Maiô para uma sociedade à deriva

Swimsuit for an adrift society

giovedì 5 aprile 2012

L'addio, la lettera, il cinema...

L'addio
Siamo sul palcoscenico. Uno di fronte all'altro. Dieci da una parte e dieci dall'altra.
La musica di sottofondo stasera mi piace particolarmente. Lenta ma felice.
Penso che starò bene.
Non faccio in tempo a crogiolarmi in questo pensiero che mi arriva la voce dei guru. Spietati.

Siamo in una stazione dei treni. La persona che abbiamo di fronte sta per partire. Forse non la rivedremo mai più...

(non so... non conosco questa esperienza, non riesco a tirar fuori, dal cassetto dei ricordi, qualche cosa di simile a cui aggrapparmi... mi affido alla fantasia... all'immaginazione)

Mi avvicino a colei che mi sta di fronte. Elena è assolutamente immobile, non accenna un passo.
Sono di fronte a lei...la abbraccio. In un attimo le sue braccia mi avvolgono, mi stringono fortissimo, mi stritolano. E inizia a piangere, in un modo così intenso che non posso fare a meno di piangere anche io.
Ecco, ora siamo davvero due persone che si salutano per l'ultima volta. Consapevoli che difficilmente potranno rivedersi, riabbracciarsi.
La stringo anche io, il momento è veramente molto intenso. Elena continua a piangere, capisco che sta vivendo un qualcosa che ha già provato o che dovrà vivere in futuro.

(questo esercizio mi è costato lo schiacciamento delle costole ma ne è valsa la pena.
Mi ha fatto pensare a quanto NOI, poco conosciamo questa parola: "addio".
A quanto, invece, in un passato non tanto remoto, questa esperienza fosse comune a tanti.
A quando gli uomini partivano per la guerra...mariti, figli, fratelli.
Agli emigranti.)

La lettera.
La lettera è la nostra seconda prova. La lettera di carta, scritta con la penna.
Siamo coinvolti nella lettura di una lettera immaginaria inviataci da una persona a noi cara con la quale non parliamo da tempo. A causa di una lite, di un abbandono, di un malinteso.
Ognuno di noi interpreta la cosa a modo suo. Bravi, bravissimi tutti quanti. Devo dire che ogni volta rimango stupita da uno di noi che non era ancora "uscito"...
Alcuni hanno letto la lettera, alcuni l'hanno commentata, altri l'hanno strappata.
C'è chi ha letto lettere immaginarie più vere che mai...

Il cinema
Sul palcoscenico le sedie sono disposte come al cinema. Ognuno di noi ha il suo ruolo da spettatore. Io e Davidino siamo madre e figlio. Poi c'è Gaetano, l'uomo solo. Gilda con la figlia Anna. Elisa ed Elisa, le amiche morbose. Nicola e Paola, la coppia. E...non mi ricordo più. Tante altre maschere.
Entriamo nel nostro cinema immaginario, chiaccherando, ognuno in base al suo ruolo.
Ci sediamo...silenzio, inizia il film.
I guru dalla platea ci indicano ciò che accade...
Scena esilarante...ridere.
Scena drammattica...piangere.
Di nuovo ridere, di nuovo piangere, ridere, piangere, ridere, piangere....
Al cinema. Vita recitata, vita immaginata, vita sospesa...

(addio-lettera-cinema ...metto insieme queste tre parole e penso...che in qualche modo appartengono al passato.
Siamo inesperti in fatto di addii? Siamo inesperti in fatto di lettere? Siamo inesperti in fatto di eroi, di emozioni?
Emozioni che vadano al di là del "semplice innamorarsi" (o credere di farlo), e di vivere una vita tutto sommato senza difetti, se non quello di essere travagliata, il più delle volte, dai piccoli incidenti che diventano problemi insormontabili......nella nostra testa. Incidenti che spesso diventano tali solo per quella che gli orientali chiamano disattenzione alla vita. Falsi incidenti, incidenti relativi. Relativi a ciò che le nostre paure, le nostre false certezze, le nostre maschere ci fanno percepire.

Donne e uomini, padri e figli, nonni e nipoti, innamorati e amici si sono salutati in una stazione, o davanti a un portone di legno. Con la speranza di rivedersi, con la certezza di abbandonarsi. Anni di lontananza, di lettere, di attese, di rese.
Non le conosciamo più queste realtà. Nel bene e nel male.
Certo, meglio così. 
Gli addii sono terribili, le guerre da cancellare, evitare le sofferenze è umano e sano...:-)
...ma allora perchè andiamo a cercare tutto questo sugli schermi...o nei libri?
Perchè i "capolavori" sono pieni di vite difficili, di tormenti, di addii?
Perchè cerchiamo la vita nei giochi di ruolo o nei teatri? Perchè andiamo a piangere e a ridere al cinema? (so che ci sono gli esseri superiori che non le fanno queste cose :-)
Non lo so. Non riesco a darmi delle risposte. Non riesco a definire il "giusto mezzo" in tutto questo. Nel caos di quello che ci può accadere nella vita però dobbiamo essere preparati, pronti a gestire, a volte a sopportare e a risolvere...e se non c'è soluzione, ad accettare...
... penso che possiamo guardare tutti i film che siano stati girati e leggere tutti i libri che siano stati scritti...ma la vera saggezza e il vero saper vivere non potranno mai appartenerci se il mondo non lo assaporiamo con le nostre labbra, se la luna non ci accarezzerà la pelle, se il sole non ci graffierà il volto, se un addio non ci spezzerà il cuore.
Se una lettera non ci scatenerà un sorriso.
(mi sto esaltando :-)
L'uomo è troppo duro per la vita...o la vita è toppo dura per l'uomo???? :-)
Posso dire "minchia"?...in che tunnel mi sono infilata stasera...c'è chi mi comprende???? o come dice la Bea...
"Questo corso di teatro farà male a qualcuno!!!" :-)

Dai, concludo...sennò c'è chi mi dice che scrivo post troppo lunghi. (e pesanti, il mal di testa oggi non mi abbandona)

Mi sa che i guru cominciano a disegnare le prime linee del saggio finale.
Ci hanno fatto rifare alcune cose...
...monologhi degni di nota. (bravissime Marta e Ambra)
Performance da brivido...complimenti a Elisa P. & Company per le "rose rosse".
E...EVVIVA...ci hanno fatto rifare quella del "telo rosso". Sono contentissima!!!

Domani parto per Berlino. Buona Pasqua a tutti. In particolare a quelli in altalena.
(Davide ti prometto che la prossima volta ti compro i pop corn :-)

6 commenti:

  1. Forse è proprio vero che in certi momenti tutto torna. Ieri un amico ha rispolverato una frase di O. Wilde "Niente che valga la pena conoscere può essere insegnato.". A me viene da pensare a una canzone dei Calle 13 che ti metto qui sotto, di cui - io tanto vorace di libri, ma anche film, canzoni e di tutto quello in cui "andiamo cercando emozioni" - mi piace soprattutto l'inizio "No me regalen mas libros,Por que no los leo, Lo que he aprendido, Es por que lo veo". Tanto per dire che è giusto e sano cercare quello di cui abbiamo bisogno in tutto quello che può darcelo, ma che alla fine, nel bene e nel male, dovremmo imparare a buttarci nella risorsa più ricca che abbiamo. La nostra vita.
    Come sempre, grazie e buona Berlino!

    Sonja

    http://www.youtube.com/watch?v=MCII1vD_6uU

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    1. Il tuo commento mi riempie di soddisfazione Sonja...è bello sentire che ciò che hai scritto è stato perfettamente compreso. Non è facile. Non per uno "scrittore" da strapazzo come me. Empatia :-) Grazie.

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  2. ciao.... Mamma... :) cioè 'mamma' così penso che tu abbia già capito chi è che commenta il tuo post! :)
    ho rivissuto in pieno ciò che è successo martedì sera! Veramente ottima descrizione e bel modo di trasmettere le emozioni, mediante le parole.
    Non so a chi ti riferisci dicendo: ''devo dire che ogni volta rimango stupita da uno di noi che non era ancora uscito" adesso la mia curiosità vuole saperlo! :)
    Io tutto sommato.. Non mi sento molto soddisfatto di ciò che ho ottenuto martedì boh, vabbè.. Forse perchè questa cosa della lettera ha segnato un po' la serata fino ad ora che ci penso ci sto un po' maluccio, putroppo era tutto vero il mio 'racconto' comunque è proprio vero che tutto torna e ce lo da a dimostrare il ritorno del.. Telo rosso! :) magari anche gli amici, forse tornano..
    A presto. Davide..
    PS: ci conto eh per i pop-corn! Ahaha nn giocar a fare nonnismo solo perchè sono il più piccolo della ciurma!...
    Un bacio.

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    1. Sarai anche il più piccolo della ciurma ma sei un "grande" Davide.

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  3. Cara Cristiana, leggere il tuo blog è ormai diventato un rituale, dopo il corso di teatro. Ti prego, continua a scrivere, ti viene davvero benissimo ed è un modo per rivivere la serata anche per noi!
    L'addio ha emozionato moltissimo anche me. Già durante la "concentrazione", quando i guru ci dicevano cosa avremmo dovuto fare, sentivo gli occhi riempirsi di lacrime. Probabilmente per questo non appena ci hanno dato il via sono partita verso Elisa G, e ho iniziato a piangere a dirotto. La sentivo cercare di consolarmi e confortarmi, e la stringevo più forte. Ho rivissuto un momento che mi è capitato questo autunno, quando ho salutato (in una stazione dei treni!) un carissimo amico che non sapevo se e quando avrei rivisto. La scena esatta, insomma.
    La cosa strana è che nella realtà ero stata abbastanza composta, salutandolo con un profondo abbraccio e concedendomi una lacrimuccia o due solo quando il treno era ormai partito e stavo uscendo dalla stazione...ecco, Martedì è come se mi avessero tirato fuori a forza tutto quello che a Ottobre era rimasto dentro, e mi sono lasciata trascinare senza imposizioni, senza il (a conti fatti, stupido) pudore che avevo avuto in stazione, il classico "oddio, non posso mica piangere qui, davanti a tutti! Meglio trattenersi, e poi magari a lui dispiacerebbe vedermi così triste".
    Una sorta di liberazione.Da tutti gli schemi, da tutte le imposizioni, da tutto il RESTO. Contano solo le nostre emozioni.
    Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, fanno davvero tanto piacere.
    Un abbraccio. Un abbraccio vero e forte.
    Ambra.

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