Maiô para uma sociedade à deriva

Swimsuit for an adrift society

venerdì 9 novembre 2012

Dalla piscina

Nel caldo caos dell'atrio della piscina tenta di entrare un bimbetto.
8 anni?
La porta appare così pesante...
La madre, dietro di lui, ha sulla spalla sinistra la borsa per la piscina. Nella mano sinistra la sua borsettina. Nella mano destra una gabbia con dentro un gatto. Risultato: non riescono ad aprire la porta.
Con disinvoltura la "signora" grida arrabbiatissima al bimbetto:
"Spingi quella porta e vai dentro che poi ti distruggo".
Con disinvoltura piazza al bimbetto un calcio nel sedere.

Avrei tanto voluto dirle...

Giovane "signora". Lo so, è dura. Il lavoro, la casa, la piscina...Quando i bambini imparavano a nuotare nei fiumi era tutto molto più semplice. Più rischioso ma più semplice.
Le vorrei dare però un umile consiglio.
La prossima volta, faccia portare la borsa al bimbetto, che è già grandino e ce la può fare, e lasci a casa il gatto.
Si metta un velo di lucidalabbra e lasci il ciappo per capelli sul comodino. (Il total look acqua e sapone, alla nostra età, lasciamolo a Kate Moss)
Sappia che non c'è fretta. Che proprio di fianco alla piscina c'è la Coop. Sappia che alla Coop, per i momenti NO, vendono delle bustone che si chiamano 4 salti in padella. Che magari non faranno tanto bene allo stomaco (basta non abusarne), ma a volte possono far bene all'anima e nel caso specifico, al sedere e alla dignità del suo bimbetto.
Quando stasera arriva a casa, dopo cena, prima di caricare la lavastoviglie, si metta davanti allo specchio, si aggiusti il lucidalabbra e provi a sorridere.
E legga una poesia.

(E invece non ho detto niente...e il gatto è rimasto un'ora e venti minuti nella sua gabbia. Nel caldo caos dell'atrio della piscina.)

domenica 4 novembre 2012

Il mercatino delle pulci


Stamattina mi sono svegliata presto.
Presa da un momento di sportività di quelli da cogliere al volo ho deciso di andare a "correre".
(Sono l'antisportiva per eccellenza ma ultimamente ho questo pensiero fisso delle prove di resistenza fisica che mi servirà per quando dovrò fare il giro del mondo.)

Esco di casa con la mia tutina blu e parto. Quasi dimentica della viabilità compromessa dal terremoto.

Ehhhh...è un po' che non si nomina la parolina "terremoto" qua dentro...

Davanti a quello che resta della chiesa del mulino, cioè a cento metri da casa mia, mi fermo. La strada è bloccata. Ovvio. Lo so da mesi. A piedi forse si potrebbe anche passare, ma non mi va.
Pensavo di prendere la ciclabile di via Canalino e ho già sbagliato strada. Non ho voglia di tornare indietro e ho già fame.
Vado al bar.
Di corsetta ma vado al bar.
Allungando un po' il percorso ma vado al bar.

La mia complice barista mi ha tenuto da parte il "fazzoletto alla crema". Attentissima ai miei tempi, mi fa trovare il caffè pronto sul bancone esattamente 5 secondi dopo aver deglutito l'ultimo boccone di pasta. Sono già un po' nervosa.
Un sorso d'acqua...grazie.

Esco dal bar e per non sentirmi troppo "sportiva dei miei stivali" decido di andare al container edicola a comprare il giornale con passo leggermente accellerato.

Dopo trenta metri ho la visione.

Oggi è la prima Domenica del mese. A Sanfe c'è il mercatino.
Ecco che crollano tutti i miei buoni propositi per la giornata.
Mi blocco di nuovo e mi guardo intorno.
Mi sembra un film di Aki Kaurismäki.
Non riesco a cogliere un colore che non sia il grigio.
Alcuni mercanti hanno steso un fazzoletto (grigio) per terra e vi hanno appoggiato sopra la (grigia) mercanzia.
Qualche banchetto (tavolino grigio) sul marciapiede (grigio) di via Mazzini sembra sfidare le case (grigie) "incatenate" sopra di lui, sugli oggetti di cui porta il peso e sulle teste dei venditori.
Altri, i privilegiati, sotto ai portici di via Ferraresi, sembra che vendano oggetti quasi felici. Ma sempre grigi.
Piove. Piano ma piove. Una pioggerella grigia.

L'unica macchia di colore blu nella mia fotografia è un vigile che chiede autorizzazioni.
Almeno è una parvenza di mercatino con le carte in regola.

Vado a comprare il giornale. Voglio leggere immediatamente quello che accade nel mondo. Voglio nausearmi di malapolitica ma fatemi uscire da questo momento di nulla.

Non riesco a capire se è tristezza quella che mi invade o semplicemente una sorta di rassegnazione...
Ma in fondo non ha importanza. C'è poco da filosofeggiare.
Autorizzazione alla tristezza negata.
Almeno quando eravamo nell'immediato post terremoto potevamo sentirci tristi con l'autorizzazione...

Post da cratere.
Inutile e amaro. E grigio. Domani magari ne scrivo uno più allegro.
Fate buoni affari al mercatino delle pulci.
Buona domenica.




sabato 6 ottobre 2012

Che cos'è il cinema?

"Se fisso i miei ricordi sulla carta, è soprattutto perchè non si perdano (in me) minuti d'oro, ore che risplendono come soli nel cielo tumultuoso e immenso che è la memoria. Cose che sono anche, con il resto, la mia vita."José Saramago

Più che un post un cassetto dei ricordi.
Possiamo riaprire il cassetto quando vogliamo e aggiungervi fotografie e video, monologhi o semplicemente commenti.
(le foto le ho prese qua e là, la maggior parte sono di Roberto Gatti. Ringrazio)

21 Settembre 2012   Manitese
Finale Emilia

                                              
 
 
Accendete la musica...
 
 

Che cos'è il cinema?
Io non lo so.
Da bambini, forse, è solo una favola animata.
Forse è l'attore di cui ti innamori da adolescente. O l'attrice...che sognerai la notte.
Forse sono le storie d'amore?
Quelle che ti scaldano il cuore, perchè speri un giorno di poterle rendere tue.

O è il coraggio? La forza di quell'uomo che sai di non avere.
O il fascino di quella donna? Che vorresti ti appartenesse...almeno un po'.

Il nostro viaggio comincia qui. Con le nostre storie. Le nostre idee. Le nostre schegge di cinema.

                                    
                                         Le sex...                       


Il cinema sono le risate.
O le lacrime....che scendono. Perchè quel giorno avevi proprio voglia di versarle.

Il cinema, forse, è soltanto un momento di serenità. Nel quale puoi addormentare i tuoi pensieri pesanti...per vedere quel film. Quello che ti piace tanto. Che conosci a memoria.
Il cinema forse è quel film. Che ti urta. Che ti spiega. Che ti illumina.


Tutta quella città… non si riusciva a vederne la fine…
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? Era tutto molto bello, su quella scaletta… e io ero grande con quel bel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c’era problema.
Non è quello che vidi che mi fermò, Max. È quello che non vidi.
Puoi capirlo? Quello che non vidi…
In tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine.
C’era tutto. Ma non c’era una fine.
Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono.
Tu lo sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti.
Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita.
Questo a me piace. In questo posso vivere.
Ma se tu. Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai…
Quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare.
Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.
Cristo, ma le vedevi le strade? Anche soltanto le strade, ce n’erano a migliaia!
Ma dimmelo, come fate voi laggiù a sceglierne una.
A scegliere una donna. Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, e quanto ce n’è.
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla…
Io ci sono nato su questa nave. E vedi, anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta.
E di desideri ce n’erano, ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa.
Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato a vivere in questo modo.
La terra… è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.
Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita.
Alessandro Baricco

                                          Scegli lei...                   

Il cinema è eroismo. Avventura. Fantasia.
Il cinema è storia. A volte nuda. Cruda.

Il cinema è la voglia di raccontare di uomo...o di una donna, che mette in scena la vita.
La vita di dentro...e la vita là fuori.
Quella dei sogni e quella della realtà.
Il cinema, in fondo, non è altro che vita.

                                                              
 
 

Il cinema è tutto questo.
Finzione di vita.
La vita di altri. Le emozioni di altri.
Che, per un breve momento, possono diventare le tue.

E...se sei capace di immaginare...di sognare...può essere magia.
E aprirti la mente.
Come solo la vita può fare.
Come solo una sbornia di emozioni sa fare.

Le mitiche frasi dell'attimo fuggente
 
I Guru 
 
                                                                        THE END


                                                 Cala il sipario...
 
 
 
                             Pupazzo abbandonato                         
 
                                         Si spengono le luci. Silenzio.                                             
Che cos'è la vita?
La vita in fondo non è altro che il tuo film.
E chi è il regista di questo film?
 

venerdì 14 settembre 2012

"Schegge di cinema"


Bene bene...
a quanto pare ce l'abbiamo (quasi) fatta.
Venerdì 21 Settembre 2012 si debutta.
Gli emozionattori resistenti e resilienti, nonostante la terra ed i suoi moti, riusciranno a dare la degna conclusione al loro laboratorio teatrale.
Certo...non sarà un signor teatro, ma Manitese è un posto meraviglioso, che ha donato, a tanti, uno spazio libero in questi mesi. E tra i tanti, c'eravamo anche noi.
Abbiamo potuto continuare le nostre prove ed è doveroso che la nostra "prima" si faccia lì.
Siamo rimasti in quindici. Cinque emozionattori ci hanno (momentaneamente) salutato. So che saranno tra il pubblico. Con noi.

Il Teatro è un grande maestro.
Ti insegna a dividere il palcoscenico con i tuoi compagni. Ti insegna che ognuno ha la sua parte.
Recitando impari ad amare la tua parte e a fare del tuo meglio. Con passione. A dare il massimo perchè, se tu dai il massimo e tutti danno il massimo, lo spettacolo sarà un successo, comunque vada.
Ti insegna a metterti in discussione. Sempre.
A provare e riprovare.
A non sentirti mai certo, a non adagiarti mai. Perchè non si ha mai finito di sbagliare e di imparare.
E ricominciare.
Ti insegna a rispettare i tempi degli altri. Ad aspettare che venga il tuo tempo.
A sentire le emozioni degli altri. E a far uscire le tue.
Ti aiuta ad acquisire la TUA sicurezza. Senza certezze.
A farti dire "ce la posso fare". Quasi sempre.

Credo che il Teatro sia un grande maestro di palcoscenico e di vita. E che i suoi insegnamenti siano un grande tesoro.
Credo che dovrebbe essere materia obbligatoria, nelle scuole.
Perchè mille L.I.M. non potranno mai sostituire l'energia di un maestro che ti insegna a volare...con i piedi per terra e lo sguardo verso l'alto.

Questa è una piccola anteprima...
(Io però, cari Guru, spero sempre che alla fine il nostro "uomo oggetto", mentre viene portato via dalla vincente, si desti all'improvviso e guardando la dolce perdente, si diriga verso di lei, e, sollevandola, le sussurri "ti amo".)
Non posso farci nulla. Tifo sempre per i perdenti.
Vi aspettiamo. Aprite la porta del cuore prima di entrare e...provate a guardare da un altro punto di vista.
Sarà uno spettacolo emozionante.

 
 
"Io spero sempre che l'uomo oggetto si svegli e se ne vada per conto suo" Cit. Fede Covezzi

sabato 21 luglio 2012

Il cuscino d'oro


Ieri sera...a Finale Emilia...sotto il tendone della ERT...(che a Sanfe non abbiamo, mi hanno detto, perchè siamo più indipendenti e liberi. Liberi di fare che, vista la situazione, non ho capito...ma io ho i miei limiti e non capisco molte cose) ...ho visto un bellissimo spettacolo per bambini.

Un attore
Tanti cuscini di varie forme e colori.
Un aiutante dietro le quinte.

"Un bambino cresciutello ricorda che quando era piccolo piccolo aveva un cuscino sul quale faceva dei sogni bellissimi. Rammenta i sogni ma non riesce più a farsi venire in mente di che colore fosse il suo cuscino.
Pensa che forse se ne è dimenticato il giorno del suo compleanno, quando ricevette tantissimi regali.
Oppure quel giorno in cui entrò in un posto per chiedere un bicchiere d'acqua e vennero lui date bibite gassate, patatine, hamburger, gelati e caramelle colorate...e lui voleva solo un bicchiere d'acqua...
Oppure quel giorno in cui, seduto nella sua camera brontolava..." Mi annoio...mammmma mi annoio"...e la mamma gli diede uno strano aggeggio...e lui spingendo dei pulsanti cominciò a combattere con mostri di ogni tipo. Sempre più rumorosi e cattivi.
Oppure quella volta che voleva ricordare una melodia che aveva imparato a suonare quando era piccolo piccolo....ma non riusciva...perchè il frastuono della musica tunz tunz era talmente forte....
Alla fine...rinunciò a ricordare il colore del suo cuscino sul quale faceva bellissimi sogni e si adattò ad un cuscino qualunque.
Su questo cuscino faceva sempre lo stesso sogno....
....una giacca nera, un paio di scarpe nere, una cravatta grigia e un paio di occhiali neri...che indossava...tutte le mattine, per andare di fretta sempre nello stesso posto...un palazzo con tante finestre e una di quelle finestre era la sua. Poi il sogno continuava...lui usciva dal palazzo, facendo sempre la stessa strada tornava nella sua casa e accendeva la televisione...e poi andava a dormire e faceva sempre lo stesso sogno...
....una giacca nera, un paio di scarpe nere, una cravatta grigia e un paio di occhiali neri...che indossava...tutte le mattine, per andare di fretta sempre nello stesso posto...un palazzo con tante finestre e una di quelle finestre era la sua. Poi il sogno continuava...lui usciva dal palazzo, facendo sempre la stessa strada tornava nella sua casa e accendeva la televisione...e poi andava a dormire e faceva sempre lo stesso sogno...
....una giacca nera, un paio di scarpe nere, una cravatta grigia e un paio di occhiali neri...che indossava...tutte le mattine, per andare di fretta sempre nello stesso posto...un palazzo con tante finestre e una di quelle finestre era la sua. Poi il sogno continuava...lui usciva dal palazzo, facendo sempre la stessa strada tornava nella sua casa e accendeva la televisione...e poi andava a dormire e faceva sempre lo stesso sogno...
....una giacca nera, un paio di scarpe nere, una cravatta grigia e un paio di occhiali neri...che indossava...tutte le mattine, per andare di fretta sempre nello stesso posto...un palazzo con tante finestre e una di quelle finestre era la sua. Poi il sogno continuava...lui usciva dal palazzo, facendo sempre la stessa strada tornava nella sua casa e accendeva la televisione...e poi andava a dormire e faceva sempre lo stesso sogno...
...finchè un giorno...si tolse la giacca nera e la buttò. La cambiò con una giacca azzurra. Buttò le scarpe nere per indossarne una verde e una rosa. Buttò la cravatta grigia e la cambiò con una cravatta arancio.
Buttò gli occhiali neri...e si mise un paio di grandi occhiali rossi. Da clown.
Aveva ricordato il colore del suo cuscino...che era semplicemente bianco ma nella sua mente era un cuscino d'oro...aveva ricordato la melodia che suonava quando era piccolo piccolo....
i sogni son desideri...
...non dimenticate mai il colore del vostro cuscino."

giovedì 12 luglio 2012

...non vado avanti.

Una cosa che mi provoca frustrazione è che, da quando c'è stato il terremoto, ho difficoltà ad interessarmi e, forse anche a capire, quello che succede al di fuori della "zona rossa".

Anche quando voglio scrivere...parto spedita, mi sembra di avere in mente una sacco di concetti, di pensieri, di idee...ma poi mi si inchioda il cervello.

A volte penso che mi sia venuta una paresi al cervello.
Ho difficoltà a seguire un film...anzi credo di non averne più guardato uno dal 20 di Maggio.
Non leggo giornali. Le notizie in rete si e no le capisco...perchè non seguo più niente. Non so più chi è Mario Monti. Non so più cosa fa Berlusconi (e questo forse è un bene). Non riesco a pensare, come facevo prima, alle ipotetiche mete per i miei viaggi.
La cosa però che mi fa arrabbiare di più è che ho già iniziato tre libri, con la speranza di trovare quello che mi possa rapire ma...
...non vado avanti.

Solo la musica mi distrae.
Sto ascoltando...e osservando.
Anche nelle persone più positive vedo quel lieve tono di grigio negli occhi.
her.etico presto farà un bilancio sull'agibilità delle anime.
Possiamo raccontarcela finchè vogliamo...ma ora, qui, siamo tutti un po' più tristi.

mercoledì 4 luglio 2012

Tournée


Devo dirvi una cosa.
Ma ve la dico sottovoce...

Domani sera, gli emozionattori, vengono a casa mia per.....PROGETTARE! Parola che è uscita dal vocabolario di molti nell'ultimo mese.

Io ho un sogno.
So che realizzarlo è quasi impossibile perchè abbiamo tutti un sacco di problemi e alcuni non hanno neppure un tetto sopra la testa...ma lasciatemelo scrivere lo stesso.

Vorrei fare una specie di tournée.
Cercare dei teatri che ci diano la disponibilità e portare in giro il nostro "spettacolo terremotato".
Ovviamente il ricavato del tour sarebbe interamente devoluto a progetti per la ricostruzione dei nostri paesi.

Adesso ci dormo sopra...dopo aver ripassato un po' la parte.
Domani sera li faccio bere molto e provo a convincerli.
Mi raccomando...è un segreto. Non ditelo a nessuno.
Buonanotte.

giovedì 21 giugno 2012

Per Anna nel giorno del suo compleanno

" Dal mio quarto piano sull'infinito, nella plausibile intimità della sera che sopraggiunge, a una finestra che dà sull'inizio delle stelle, i miei sogni si muovono con l'accordo di un ritmo, con una distanza rivolta verso viaggi a paesi ignoti, o ipotetici, o semplicemente impossibili."
Fernando Pessoa

Eravamo fanciulle, nate ieri, affacciate a una finestra a contemplare un mondo.
Il volto finalmente disteso. Il cuore acceso da quella fiammella che ci accomuna...da sempre.
Ma di colpo ci hanno sbattuto violentemente in faccia lo scuro. Ci è arrivato sul naso.
Ci ha scaraventato a terra. Lontano dalla finestra e dalla luce.
Ora rannicchiate al buio non riusciamo più a vedere nient'altro che il buio della nostra piccola stanza.
Il male al naso è talmente forte che ogni sforzo per aprire gli occhi e trovare una via d'uscita è vano.
Ogni interesse per quello che c'è fuori dalla finestra è tarpato.
Io l'ho capito. Le fanciulle si sentono tutte in una piccola prigione.
Rimane il respiro ma non si vede vita.
Perchè in realtà la vita non c'è. La vita si può solo creare. E lo possiamo fare solo noi.
Non so ancora come. Mi fa ancora troppo male il naso. Ma vedo uno spiraglio e so che fuori dalla nostra finestra c'è ancora tutto. C'è ancora di più.

lunedì 18 giugno 2012

Un punto del PIL

Ho provato a scrivere qualcosa in questi giorni ma non ce la faccio.
Ho cancellato tutto quello che avevo scritto. Provo a rendermi utile chiedendo gentilmente ai miei contatti su facebook di condividere sulle loro bacheche i link del sito che, i blogger del mio paese, hanno creato e al quale ho dato un invisibile contributo. Ovviamente solo se vi va di farlo. Grazie. Cristiana Cesari


http://terremotosanfelice.org/

http://terremotosanfelice.org/englishversion/

http://terremotosanfelice.org/2012/06/06/scuola-elementare-adotta-un-pezzo-di-futuro/

mercoledì 30 maggio 2012

Volevo essere una blogger...

...e invece sono intellettualmente annientata.
Non penso più. Non scrivo più. Non progetto più. 
Forse semplicemente non vivo più. Respiro e svolgo i miei compiti.

mercoledì 23 maggio 2012

La "roba" si è rotta


La "roba" si è rotta. Non ho provato niente per la mia "roba" distrutta.
Ho avuto soltanto paura, per due giorni, che mi si fosse spezzata la vita. Che non avrei più progettato nulla. Che la paura mi avrebbe impedito di vivere.

Essere l'epicentro di un evento devastante come il terremoto è inspiegabilmente drammatico.
Spiegare quello che si prova per me è impossibile.
La parola perfetta è comunque "paura".
Paura dopo.
Nell'istante in cui avviene è terrore ma l'istinto di sopravvivenza è talmente forte che pensi solo a mettere in salvo i tuoi figli e te stesso e di conseguenza non hai modo di provare nulla. Pura azione.
Poi ti trovi in strada. Scalzo, mezzo nudo. Con gli allarmi delle auto che suonano e la gente che grida e corre. Ma ti senti in salvo.
Non mi va di raccontare un terremoto.

Alterno momenti di reazione ad altri nei quali mi sembra davvero inutile fare anche il minimo sforzo.
Stamattina ho fatto un giro per il paese. Ho comprato il giornale in un banchetto improvvisato in un parcheggio.
Sono andata nelle tendopoli.
Le aule delle scuole medie sono piene di brande e di persone in attesa perenne. Ci sono persone che non sono neppure riuscite a rientrare in casa per prendere due stracci.
So che sarà così per un po'. Che probabilmente l'anno scolastico per i miei figli è finito. Che lunedì devo tornare al lavoro e non so ancora dove li metterò. Che dovrò vivere alla giornata. Che per tanto tempo nulla sarà più come prima.
Ci è andata bene. So che da lontano sembra un terremoto di serie B. Pochissime vittime. Pochi feriti. Ci si sente quasi stupidi ad aver paura. Inopportuni. Sfigati. Eppure ad ogni nuova scossa si scatta. Si scappa.
Prenderei a pugni quelli che fanno del terrorismo verbale. Che parlano di segnali mandati da Dio. Che ipotizzano nuove catastrofi o inventano miracoli.
No grazie. Io non avevo bisogno di nessun segnale. Io cercavo già di fare benino.

Cerco in tutti i modi di dare un senso da "lezione di vita" a questo evento. Di trovarci qualcosa di "positivo".
Forse di positivo c'è che le persone sono fuori, insieme. Che nessuno sta più chiuso nel suo orticello. Che passano di qua gli amici e si fermano a prendere il caffè, in giardino. Si ride anche molto. Ci si prende in giro.
Forse si ridimensiona tutto. Si capisce che lavarsi i denti è una sensazione bellissima e che fare una bella doccia rilassante non è una roba poi così scontata. Perchè si vive così, sempre un po' in apnea. Devi essere rapido, anche a far la cacca.
Ma mi sforzo. Cerco di fare in modo che, anche per i miei figli, sia un qualcosa da aggiungere al "bagaglio delle esperienze". Perchè diventi un'occasione di crescita e non una tegola che ti schiaccia la vita. Voglio che vivano quello che c'è fuori. Che sentano l'odore acre della mensa delle tendopoli. Che vedano e capiscano. Che aiutino. Ma ha senso?
Forse sbaglio. Forse dovrei portarli via per sempre da qui. Dalle scosse. Dal disagio. Dalle macerie di un centro che probabilmente non potrà offrirgli più nulla, per tanto tempo.
Ma è difficilissimo capire cosa sia giusto.

Non mi sono resa conto subito della gravità dell'evento. Dalla mia casa siamo scappati al buio. Nel mio perenne ottimismo pensavo che, a parte un po' di chincaglierie disintegrate, non fosse successo nulla. Ho detto "Da qualche parte deve essere successo qualcosa di molto grosso."
Invece è successo a me.
Non ho perso niente. Ho la casa. Il lavoro. Ma ho paura di non avere il futuro.
Fai un passo avanti...poi tutto trema di nuovo. E ne fai due indietro.
E le scosse continuano...
...credo che solo chi ha vissuto un terremoto mi possa capire.
Non so se pubblicherò questo post. Non mi piace scrivere le cose tristi.
Io non voglio far pena a nessuno e mi vergogno anche un po'. Io mi arrangio, ce la faccio, sopporto e resisto...ma avevo bisogno di scrivere.

venerdì 18 maggio 2012

Una settimana, un giorno o solamente un'ora...



Mi è sempre più difficile trovare del tempo LIBERO per scrivere i miei terapeutici (terapia per me) post. Per tempo libero intendo quel tempo di piacevole solitudine interiore nel quale persino i pensieri ti hanno salutato. Tempo ormai rarissimo.
La "giostra" non mi permette di scendere (anzi dovrei dire di salire) quasi mai.
Mi basterebbe poco...una settimana, un giorno o solamente un'ora.
Sono sempre più convinta che la vita così come ce la siamo...impostata, non sia a misura di uomo...ma di robot. Mi impongo però il desiderio umano di prendermi un po' di tempo, mi faccio venir voglia di scrivere. Ne ho bisogno dopo aver passato sette ore con una di quelle persone che ti risucchiano le energie. Che ti rubano un sacco di tempo. E siccome
anche il tempo passa in fretta e ti ruba quello che hai, non voglio darla vinta ai ladri...e stasera scrivo. Inoltre, mi sento un po' ammalata, ho l'abbassamento di voce e le gambe che mi fanno "Giacomo" e devo guarire in fretta. Doppia terapia.
A chi mi ha detto che, mentre legge, immagina la mia voce che narra, consiglio di pensare ad una voce bassa e roca. Questa sera mi esce solo questa. :-)


Carissimi emozionattori
cosa raccontare?
Non vorrei svelare nessun segreto del nostro sublime spettacolo. Dovrei riuscire ad incuriosire il lettore per convincerlo a venire nel "nostro" teatro. Abbiamo già fissato la data.

Potrei parlare, ad esempio, di bolle. Bolle di sapone che si formano con un soffio. Bolle che parlano. Che diventano parole immaginarie e si confondono con le parole suonate dalle nostre voci. Bolle che volano. Come i nostri pensieri più leggeri. Come i nostri sogni, che per rimanere in volo non si devono avverare. Bolle che scoppiano. Per lasciare il posto ad altre bolle e alle parole di un narratore che ci parla di cinema.
Potrei parlare di valigie. Di stazioni. Di partenze. Valigie piene di tanto e valigie piene di nulla. Come gli uomini e le donne. Valigie che si aprono facilmente. Valigie chiuse col lucchetto, che per aprirle devi avere la chiave. Valigie chiuse con la combinazione, che solo se le conosci bene puoi vedere cosa c'è dentro.
Potrei parlare di maschere, di rose rosse, di affetti, di madri e di figlie. Di morte.
Di lettere che chiedono perdono.
Di maschere pronte ad essere indossate per sopravvivere al dolore di un rifiuto. Di rose rosse che passano di mano in mano per sublimare ogni tipo di amore fino ad arrivare alla fine di un sogno.
Al tramonto di una vita da sogno.
Potrei parlare di un uomo e due donne. Di una sedia. Di un ultimo bacio. Di desiderio, di passione e di possesso. Possesso di una scarpa, di un cappello o di una sciarpa. Di profumo respirato e di abbandono.
Di un telefono...del filo di un telefono attraversato da un amore disperato.
Potrei parlare di paura. Della paura di tutto. Della paura degli altri.
Di pianisti. Di oceani e dell'armonia di una voce di ragazza che ci culla col suo meraviglioso monologo.
Di una psicanalista psicanalizzata e infelice. Di una giovane donna infelice che psicanalizza una psicanalista infelice.
Potrei parlare di ragazze, di rabbia, di grida, di spinte. Di bianco e nero.
Anime interrotte. Disperate. Atterrate...coperte da un telo rosso...che provano, tentano, lottano...
...per uscirne fuori.
Potrei parlare di giochi di bimba triste. Diversa e ostacolata. Di matrigne e di sorelle cattive. Di bambole e di perle strappate di mano.
O di amicizia...che parla d'amore. Di sposa e damigelle in cerca di anime gemelle.

Potrei parlare di tanto di più...
...ma non sprecherò parole per attirare spettatori.
Il nostro sarà uno spettacolo da vivere.
E manca poco ormai...una settimana, un giorno o solamente un'ora....(un po' di più per fortuna)

Mi sento meglio. Buonanotte.


p.s. I guru cominciano ad essere un po' nervosetti eh!!! :-) Dedicherò loro una canzone che ho rispolverato da poco.


sabato 12 maggio 2012

Gratis

"Ci sono momenti nei quali mi abbatto e penso che questo mondo non cambierà mai, poi, fortunatamente, incontro sempre qualcuno che non è solo un "vuoto a rendere", ma è espressione di umanità, ed allora torno a sognare il cambiamento."


Quella di stasera la definirei una serata...costruttiva.
Come al solito non ho sonno...dopo il teatro non ho mai sonno. Non che io sia agitata, semplicemente mi sento piena di energia e non mi va di dormire. So che domani pagherò pegno. Ma è sabato. La sveglia è sempre alle sei e quaranta ma non lavoro e non devo fare l'nterminabile viaggio...

Ci troviamo in baracchina per un aperitivo.
Stasera c'è una specie di inaugurazione. La baracchina sembra aver ritrovato la gloria dei tempi che furono. Dopo anni di "malgoverno" pare abbia trovato dei gestori in gamba. E' bello vedere degli italiani che ci credono ancora. L'hanno rinnovata e resa accogliente. Moderna.
Mentre siamo serenamente seduti a chiaccherare arriva un auto dalla quale scendono due belle donne vestite praticamente solo da una bandiera americana. Credo siano le accompagnatrici del dj che allieterà la serata (presumo con musica tunz tunz).
Fa un po' effetto. Nella caverna non si vedevano da ere ragazze svestite da bandiera americana. Tutto sommato mi piacciono. Mi piace anche questo momento al di fuori del teatro con gli emozionattori. Li trovo davvero tutti speciali, ognuno a suo modo. Se dovessi definirci mi verrebbe una sola parola. GRATIS. Siamo e sono gratis. Nessuno si aspetta nulla da nessuno.
Credo che tra di loro non ci siano "vuoti a rendere". Forse, se così fosse, non sarebbero emozionattori, pronti a mettersi in gioco.
Dopo qualche "delirio" di Anna riguardo al matrimonio co.co.pro, qualche pillola di saggezza di Gilda e le lamette della Bea, verso le otto e mezza lasciamo la baracchina per recarci in teatro. Nell'ormai "nostro" teatro.
Ad attenderci c'è la gura Chiara. Pronta. Prontissima. Stasera ha anche il tacco.
Anche io ho il tacco...ma ho la sportina con dentro le ballerine. Non ce la posso fare a "teatrare" sui trampoli.
Saluto Elena che mancava da due lezioni. Ci abbracciamo molto forte, come sempre. Non abbiamo ancora capito il perchè ma ci amiamo molto...in silenzio. In tacito assenso. :-)
Brevissima concentrazione e si parte subito a provare.
Stasera mi sembrano tutti più bravi. Ognuno concentrato sulle sue parole, ognuno impegnato a dare il meglio.
Proviamo per tre ore.
Il tempo passa velocemente. Mi sembrano tutti felici.
D'altronde, anche ripensando alle serate passate, qua dentro, siamo sempre tutti più o meno felici. Perchè qui siamo quelli del teatro e su questo palco tutto sommato si sta al sicuro. Si sta bene. Siamo i personaggi più veri del mondo...ma sempre personaggi...di un momento. E più il tempo passa, più riusciamo a escludere "il fuori" dal teatro e a recitare la nostra parte.
Per non dimostrare niente a nessuno. Per dimostrare tutto a noi stessi.

Credo di avercela fatta questa sera. Abbiamo provato le mie quattro parti e i guru non mi  hanno "sgridato". Non posso che migliorare. Mi sentivo bene. Temevo che la mia memoria fosse invecchiata e invece non mi ha mai tradito. Temevo che la mia energia fosse in riserva...ma quando ti trovi in un luogo con tante persone momentaneamente felici che condividono con te le stesse piccole paure e le stesse emozioni l'energia non può che essere a mille. Ti riempie lo spirito. Quando provi la prima parte e senti che va tutto bene, che sei discretamente padrona delle tue intenzioni , è impossibile non sentirsi ricaricato e...felice.
Alla fine ci salutiamo. Chi più stanco (Elisa P. si addormentava in platea mentre guardava le prove degli altri sognando un caffè), chi più aperto (Nicola stasera mi è sembrato il più felice di tutti), chi più soddisfatto (penso che Anna e Bea abbiano capito che la loro parte non è poi così semplice).
So che la sera dello spettacolo l'energia sarà a diecimila.

All'uscita del teatro ci fermiamo sulla panchina, per la sigaretta. La baracchina è piena di gente. Credo di non averla mai vista così animata. La musica è discretamente tunz. Ci passano accanto ragazze in superintappo...mi sembra di essere al mare...

...discretamente tunz...

Mi hai fatto uscir di senno adesso sono sano
Vedo tutte le cose così come sono
Mi hai fatto uscir di senno adesso sono sano
Vedo tutte le cose così come sono
Alzati Pinocchio ti han rubato tutto quanto
Ora si che l'avventura inizia ad esser grande
Alzati Mosè rimetti i sandali ai tuoi piedi
Scendi giù ed anticipa e poi fatti le domande
Venga capitano c'è qualcosa all'orizzonte
Potrebbe essere terra ma non c'è qui sulle carte
Forse ci sarà brava gente che sa stare al mondo
Senza qualche colpa da espiare

mercoledì 2 maggio 2012

Rendete straordinaria la vostra vita

Ho mal di testa....ovvio. Sono ancora delicatina. Stanotte ho dormito poco...ma so di aver imparato una grande lezione ieri sera. E che nulla sarà più come prima. Dadadadang!!!

Settima lezione di laboratorio teatrale. Questa settimana facciamo la doppia. Ci troviamo sia il martedì che il giovedì. Un po' come i morosi di una volta.
Come vi avevo anticipato la volta scorsa, ormai siamo proiettati al saggio. Tutto sta prendendo forma e, iniziare a imparare le parti a memoria, e provarle, è fondamentale.
Non so se vi ho raccontato quello che ho fatto e che dovrò fare...
...i guru, mi hanno chiesto di scrivere quattro "presentazioni" (al momento non mi viene un'altra parola).
Io sarò una sorta di narratore, i miei interventi faranno da filo conduttore tra le varie parti dello spettacolo.
E qui viene il bello. Scriverle è stato abbastanza semplice...ma poi???

Vabbè, riavvolgiamo la serata.
Stasera non ci siamo proprio tutti. Oggi è il Primo Maggio. C'è chi è partito e chi ritorna.
Iniziamo praticamente subito, bypassando il momento di concentrazione.
Proviamo la parte dell'Attimo fuggente.
Io ho cambiato completamente la mia frase. (e va meglio.)
Al posto della tavola i guru hanno portato un cubo nero. Più basso. Onde evitare che qualcuno, saltando, si rompa una caviglia. (e va meglio)

GildaRobinWilliams recita la sua parte e noi siamo seduti a terra, di fronte a lei. Al suo "rendete straordinaria la vostra vita" ci alziamo. Andiamo dietro al cubocattedra e, uno alla volta, saliamo, recitiamo e...saltiamo. Lo proviamo un paio di volte.
I guru mi sembrano abbastanza soddisfatti.
Ora iniziamo a provare le "frasi dei film". E i miei interventi.

Prima di parlare di me devo assolutamente citare Daniela G.
Quella che riporto sotto è la "sua" frase ( tratta dal film "Ti presento Joe Black")...e la recita talmente bene...che ti fa venir voglia di crederci. Bravissima!

"Io ti dico buttati a capofitto, trova qualcuno da amare e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore. Io non sento il tuo cuore... perchè la verità è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi, equivale a non vivere. Ma devi tentare, perchè se non hai mai tentato, non hai mai vissuto. "
Niente male eh???

Comunque...tornando sulla terra... tocca a me...ed è un disastro.Il primo intervento è piuttosto lungo. Sembro una bambina che recita una filastrocca di Natale...la gura interviene. Mi adotta. Ci chiudiamo in un camerino. IO e LEI.
Inizio a provare e riprovare. Mi sembra di avere il cervello annebbiato. L'avevo imparata a memoria ma non me la ricordo più. La gura mi incalza, mi spinge, mi stimola, mi aiuta a cogliere gli alti e i bassi della interpretazione. Le pause. Il senso.
Mi parla di ironia, di sensualità, di forza, di emozione...da trasmettere. E se non la sento io...è tutto inutile. L'interpretazione è atarassica. :-) Faccio una fatica terribile, uno sforzo enorme per..."sentire" quello che esce dalla mia voce. (E' veramente difficile accettare di avere dentro tutto ciò. Non so il perchè...ma è veramente difficile. O forse è solo complicato farlo sapere agli altri. Bando alle ciance...il punto è uno solo...mi vergogno.)
Mi concentro. Lo voglio fare. La gura crede in me.

Capisco... capisco che il punto sta nell'essere presente, nel "sentire" quello che sto dicendo...nel viverlo. Nel far uscire la MIA voce.
E questo il segreto?...il segreto per rendere straordinaria la propria vita?
Essere presente, sempre, sentirla...viverla?
Oggi. In ogni piccola cosa. In ogni breve momento. Dare il meglio. Sempre. Esistere.
Eppure forse è proprio il contrario quello che ci viene richiesto fuori dal teatro. Non ci viene forse richiesto, tutto sommato, di non esistere. Certo, non espressamente, in maniera ingannevolmente sublimata, omessa, celata. Come se la nostra "esistenza" potesse in qualche modo nuocere...alla serenità confezionata. Alla regolamentata "cooperativa di allevamento e consumo" creata dalla finzione sociale, nella quale, anno 2012...siamo ancora soci di maggioranza. Fine del delirio.

So che anche gli altri hanno avuto qualche difficoltà...mi pare di aver capito Gaetano?...e forse anche Nicola? Già, non deve essere facile per nessuno. Io però ieri sera sono uscita da quel camerino...un po' a pezzi...ma più forte...e sicuramente più convinta. La gura è spietatamente sincera. E la ringrazio.

Concludo con questa frase da film...
"O accetti questo ruolo e te la giochi oppure...vedi tu..." mi ha detto più o meno così Chiara prima di uscire da quel camerino. E io in quel momento ho deciso che me la voglio giocare.

Emozionattori...giochiamocela! Rendiamo straordinario il nostro spettacolo!!!
E poi...a seguire...la nostra vita. :-) Baci...esistenti. Cri

mercoledì 25 aprile 2012

Il gioco si fa duro

"Continuiamo a crescere, a mutare la nostra forma, ci confrontiamo con alcune debolezze che devono essere corrette, non sempre scegliamo la soluzione migliore... eppure, nonostante tutto, andiamo avanti, sforzandoci di procedere eretti, in modo corretto, cosicché ci sia possibile onorare non le pareti, né le porte o le finestre, ma lo spazio vuoto che esiste dentro, lo spazio in cui adoriamo e veneriamo ciò che abbiamo di più caro e importante." Paulo Coelho

Ho perso il conto...forse è la sesta serata di laboratorio teatrale. Il gioco si sta facendo veramente duro.
Mi trovo già a rimpiangere le prime volte, i compiti, la comprensione dei guru...
...ormai hanno gettato la maschera. Sono davvero spietati. Non ci risparmiano nulla...
Però ragazzi...quando Matteo ha gridato la frase di Federica è stato un colpo al cuore. Stanno diventando un po' i miei idoli i nostri maestri. Devo assolutamente vederli all'opera. Credo siano due grandi attori.
Oggi non mi dilungherò sulla blog-cronaca della serata. Ormai il nostro tempo è sempre più dedicato alla preparazione dello spettacolo. Noi, forse, dovremmo già essere "preparati".
Io non mi sento preparata.
Non posso fare a meno di immaginare il pubblico davanti a me e questo pensiero mi imbarazza. Mi blocca.

Prima era diverso. Con gli emozionattori è diverso.
Non so bene spiegare il perchè. In fin dei conti ci conosciamo pochissimo. Non sappiamo quasi nulla l'uno dell'altro.
Eppure, dentro quel teatro, tra di noi, non c'è aspettativa, non c'è giudizio.
Siamo venti spiriti che si animano solo su quel palcoscenico. Senza passato e senza futuro. Solo puri "esseri". Anime distanti che si avvicinano per una sera alla settimana.
Fuori di lì è già diverso. Lo sento. Fuori di lì cominciano le domande. La conoscenza di quelli che sono i nostri mondi esteriori. Lo so, è normale...ma mi sembra un pochino di rovinare tutto. :-)

p.s. L'attimo fuggente, (il salto dalla tavola) che la volta scorsa mi era tanto piaciuto, ieri sera è stato veramente difficile. Dall'inizio alla fine. Il condizionamento mi ha rapita.
Preferirei mille volte recitare una parte piuttosto che salire su un pulpito per dire qualcosa di personale davanti a persone che mi conoscono. Stravolgerò la mia frase, la renderò incomprensibile. Come alcuni hanno, saggiamente, fatto dall'inizio. (Lo so...vi piaceva molto la mia composizione dal finale shock..:-) ma non la reggo...fisicamente :-)

E ora leggiamoci i pensieri che mi avete inviato...e buona Liberazione...
( aspetto i vostri messaggi..per aggiungerli al post)


Marta                                                                                                                                                                     
Che imbarazzo..non conosco nessuno..abbracciare tutta sta gente?? Questi erano i miei pensieri il primo incontro..ma poi questi volti sconosciuti hanno preso un nome e una personalità: divertenti, interessanti, prendono sul serio ciò che c'è da fare, ma non troppo se stessi..allora anche per me è diventato più facile abbracciare, almeno idealmente, questi "conosciuti"! :)

Beatrice
Federica, la moderata.
Elena, la vera.
Gilda, il generale. :-)
Barbara, la dolce con le palle.
Loria, la Thelma di Scortichino.
Anna Conf , l'emozionatamente pratica.
Anna 2, l'indipendente.
Davide, il piccolo GRANDE.
Daniela Guerz, l'entusiasta.
Daniela B, bellezza piena.
Elisa G, l'allegria.
Elisa P, la ballerina.
Elisa C, sempre nella parte.
Marta, la timida con tanto da dire.
Gaetano, l'impostato. :-)
Nicola, il gigante con cuore di bimbo.
Ambra, la seducente.
Paola. la precisa.
Cristiana, sognatrice presente, porto sicuro. AMICA MIA GRANDE

Anna C.
Era una sera di marzo,
io e due amiche abbiamo deciso già da un mese che parteciperemo a questo corso; un po' per caso e un pò per noia.
Siamo eccitate e anche preoccupate!
E poi si inizia.
Imbarazzo, impaccio e un pensiero del perchè sono capitata qui!
Il nostro è un bel gruppo eterogeneo in tutto e forse è per questo che mi piace! Abbiamo in comune che ci sentiamo tutti protagonisti l'uno per l'altro!
Dopo poco svanisce e rimane la gioia di condividede, vivere, esprimere, scoprire che hai voglia di metterti in gioco.
Mi costa fatica, ma ne vale la pena!
Penso che tutti dovrebbero farlo per imparare a condividere emozioni.
Siamo tre amiche che entrano per la sesta volta in teatro e pensano che si stà facendo dura la faccenda ma che sentono già il vuoto di quando sarà tutto finito!

Elena
ANIME SCIOLTE IN CERCA DI FELICITA'..

Ambra
Quanta voglia di iniziare questo corso! Il teatro mi mancava. Quando si è sul palco paradossalmente cadono tutte le maschere e ci si sente veri. Si impara tanto, sotto queste luci caldissime. Uno dei momenti più belli fino ad ora è stato quando i nostri guru ci hanno fatto rifare, uno alla volta, la parte dell'attimo fuggente. Fuggente un bel nulla, e nemmeno tanto attimo, a dir la verità. Il fatto è che fino a che va sempre tutto bene non c'è pressione, non c'è tensione e non si cresce. Federica non riusciva a gridare. A volte certe cose le abbiamo dentro, ma buttarle fuori con forza è faticoso. Dai, Federica, puoi farcela! Niente, ha bisogno di più carica, ha bisogno di energia. Uno dopo l'altro i più coraggiosi sono saliti sulla cattedra per gridare quel che lei aveva scritto, e quando l'ho vista andare con determinazione verso la sedia, salire decisa e di schianto urlare, sono stata davvero felice. Felice perché il gruppo l'aveva aiutata, felice perché era cresciuta, felice perché si era liberata delle sue paure. Felice perché è stata una lezione. Provaci, provaci di nuovo, non demordere. Ce la farai! E ce l'ha fatta. Finito il suo grido si è alzato un coro di applausi e...quanta emozione ci ha trasmesso in quel momento!


venerdì 20 aprile 2012

"La prima sorsata di birra"


 "È l’unica che conta…le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un’abbondanza sprecata…l’ultima, forse,riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere…ma la prima sorsata! Comincia ben prima di averla inghiottita…già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato beatitudine velata di amarezza…come sembra lunga, la prima sorsata…la beviamo subito, con un’avidità falsamente istintiva…di fatto, tutto sta scritto: la quantità, nè troppa nè troppo poca che è l’avvio ideale; il benessere immediato sottolineato da un sospiro, uno schioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all’infinito…intanto, già lo sappiamo: abbiamo preso il meglio…riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un pò sul sottobbicchiere di materiale assorbente…assaporiamo il colore, finto miele, sole freddo…con tutto un rituale di circospezione e di attesa, vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito…leggiamo soddisfatti sulla parete del vetro il nome esatto della birra che avevamo chiesto…ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più…ci piacerebbe conservare il segreto dell’oro puro e racchiuderlo in formule…invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l’alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia…è un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata…"
"La prima sorsata di birra" (e altri piccoli piaceri della vita) è il titolo di un libro che ho letto qualche tempo fa. L'autore è Philippe Delerm.

Con questo post si inaugura la mia nuova etichetta..."La prima sorsata di birra" e, Bikiniamarantoblog inizia a compiere una parte del suo dovere. Saranno brevi post che parleranno di piccole coccole...che rendono la vita più lieve...costumi da bagno (per sentirsi meno nudi).
Informo i lettori che, per chi è sempre "molto vestito" o, nei casi più estremi, "corazzato", questo blog non è indicato.

                                                        Painted from memory 




Per chi, come me, è costretto a fare diversi chilometri per recarsi al lavoro, è indispensabile riempire quei tempi che, altrimenti, dovremmo chiamare "sprecati". E siccome mentre si guida sarebbe vietato distrarsi (che poi dopo tanto tempo che si fa la stessa strada l'auto va da sola e a volte, quando recuperi le funzioni cognitive ti chiedi come hai fatto ad arrivare fin lì) è necessario trovare attività non troppo deconcentranti.
Sono poche...
pensare, ascoltare musica, cantare...(se voi ne conoscete altre fatemi sapere).
Converrete con me che ci sono canzoni che sembrano scritte per viaggiare in auto. Che ti rasserenano l'animo e la guida.
Questa mattina ho trovato un cd che non ascoltavo da molto tempo.
Painted from memory  Elvis Costello whit Burt Bacharach
L'ho infilato...e sono partita.
40 minuti di viaggio...in ogni senso. Bellissimo. La musica. La voce di Elvis Costello. I miei pensieri.
Non stavo andando al lavoro stamattina...ero su una litoranea, costeggiavo il mare.
La mia giornata è iniziata veramente bene. L'ho ascoltato anche al ritorno e credo che per qualche settimana sarà la colonna sonora dei miei viaggi.

(Forse è più da femmina...:-) ma lo consiglio a tutti. Anche se non è il vostro genere musicale. Perchè come dice quel saggio di mio figlio...le orecchie devono essere aperte ad ogni tipo di musica.
Buon ascolto...

mercoledì 18 aprile 2012

La bomba


Concentrazione...fissare un punto...sgombrare la mente...ascoltare il proprio respiro.
Parte piano la musica...ognuno di noi ha una piccola candela in mano.

Siamo in una stazione. Stiamo per partire. Io e la Bea per un lungo viaggio che ci porterà verso la conoscenza. Siamo entusiaste e felici.
Ognuno di noi sta per partire. Ognuno ha la sua meta.
La musica cambia. Diventa paranoia. Avvertiamo un pericolo, come gli animali. Cominciamo a guardarci attorno. A scrutare gli altri con sospetto. Ad agitarci. 
Sta per accadere qualcosa.
Sta per accadere qualcosa.
Sta per accadere qualcosa.
Sta per accadere qualcosa.
Sta per accadere qualcosa.
Silenzio. Boato. Buio.
GRIDO....................................................................................................................................................
Terrore.
Aiuto...Aiuto...
Dobbiamo capire. Dobbiamo vedere. Dobbiamo accendere le candele.
Un po' di luce.
La paura.
Ci sono dei feriti. Anna è ferita. Davide è ferito. No...Davide non può essere ferito, è piccolo. E' indifeso.
Aiuto.
Mettiamo le piccole candele a terra, in cerchio. Noi intorno ad esse.
Non parlate.
Silenzio.
Perchè parlate.
Silenzio. Siamo soli, abbandonati. Abbracciamoci forte. Siamo soli.

Questo è il primo esercizio di questa sera.
Come ha detto Loria, nelle nostre teste, abbiamo pensato, probabilmente tutti, alla bomba che più ci è esplosa vicina. Per luogo e per tempo. Alla strage del 2 Agosto 1980. Alla stazione di Bologna.
Non siamo stati bravi però. I guru ci riprendono. Non siamo stati credibili.
Troppi gesti prima. Troppe parole dopo.
Hanno ragione. L'ho sentito anche io. Si avvertiva la finzione. Ma cosa c'è di più difficile della simulazione della paranoia e del terrore?
Sono due emozioni bruttissime, che anche se ti colgono durante un "viaggio mentale" scacci con tutte le tue forze.
Ci riproveremo.

Bene, cioè...mica tanto...ricomponiamoci. Secondo esercizio.
Al centro del palcoscenico "appare" una sorta di cattedra. (un vecchio tavolo).
I guru ci consegnano un biglietto sul quale dobbiamo scrivere una frase in merito a qualcosa che abbiamo cambiato nella nostra vita. Qualcosa che non avevamo il coraggio o la forza di modificare.
Poi ci sediamo per terra, davanti al tavolo.

La professoressa Gilda sale in cattedra e pronuncia queste parole...


Dopo di lei, uno alla volta, saliamo noi. Ognuno degli emozionattori, in piedi sulla cattedra legge il suo messaggio di cambiamento. E salta.
Momento esaltante. Bellissimo. Penso che salirò sul tavolo della mia cucina tutti i giorni. Dirò qualcosa di liberatorio...e salterò. (E obbligherò i miei figli a farlo. :-)

Terzo esercizio. Il guru Matteo mi chiama in disparte. Dadadadang!!!
Mi chiede, gentilmente, di scrivere in cinque minuti un pensiero di presentazione a nientepopòdimenoche...il signor Cinema.
Mi metto subito al lavoro, coricata su un legno bellissimo e caldissimo che è quello del palco.
(Quanto mi piace scrivere qua sopra, con tutti gli altri attorno, accompagnata dalla musica delle loro voci.)
Non capisco cosa stanno preparando, non ho seguito. Vedo che hanno tutti dei fogli in mano.
Ho finito. La presentazione è pronta. (sono contenta, grazie guru)
Ecco, tocca a me.
Mi metto a lato del palcoscenico. Gli altri iniziano a camminare dietro di me. Vanno avanti e indietro, mantre io leggo ad alta voce ciò che ho scritto.
Ora vedo. Camminano.  Paola, (la concentrata)...si ferma e legge una bellissima frase. Poi gira il foglio sul quale è scritto il titolo del film da cui è tratta. Non mi ricordo esattamente l'ordine ma dopo di lei, a turno, tutti gli emozionattori si fermano e leggono una frase tratta da un film...
Barbara (la dolce)
Marta ( l'intellettuale)
Elena (ruspante genio e follia)
Daniela G. (l'ironica)
Nicola (the bear)
Loria (la rassicurante)
Anna C. (la tecnofobica dal cuore grande)
Elisa P. (la pasionaria)
Federica (profondo spirito mimetizzato)
Anna 2 (l'anarchica)
Elisa C. (la Magnani de noiatri)
Ambra (la morbida)
Davide (il puledro...di razza)
Gilda (la prof. temeraria)
Beatrice (donna in fuga, ma non da me)
Daniela G.2 (l'armonia fatta persona)
Elisa G.3 (la seducente)

...e mancava Gaetano...ma lo cito lo stesso...vediamo Gaetano, il tenebroso come vi sembra?

Alla fine sono tutti fermi. Sparsi sul palcoscenico con il loro cartello tra le mani. I titoli dei film in evidenza.

Che panacea questo laboratorio teatrale. Mi mancherà moltissimo quando sarà finito.
Ieri sera, come avevo promesso, li ho baciati tutti i miei compari d'avventura. Mi piacciono davvero tanto!
Ci stiamo amalgamando...e il saggio si avvicina. :-)))

mercoledì 11 aprile 2012

La danza

HER - "Cristiana!!! Mi hai profondamente deluso questa sera.
Si ok... so già qual'è la giustificazione...fuori da questo teatro c'è un universo pieno di problemi...lo sappiamo tutti...ma questo non ti autorizza a fare ciò che hai fatto!!!"

CRI - "Ma io non ho fatto niente!!!"

HER - "Già, è proprio questo il punto!!! Non hai fatto niente...sei rimasta tutta la serata nella tua caverna. Sei stata egoista. Non hai dato nulla. Sei stata il nulla. Non sei riuscita ad accennare un passo di danza...mi fai ridere.
Ah Ah Ah ...quella che voleva ballare il tango...Sei rimasta praticamente immobile. Dovevi immaginare, calarti nella parte. Nel locale entrava qualcuno che ti doveva notare. Tu hai fatto di tutto per NON farti notare. Cos'è, Berlino ti ha contagiato? Eri freddina stasera."

CRI - "Beh, secondo me avrei fatto più ridere se mi fossi messa a ballare...
...un ballo sensuale...ma per favore...no, non fa per me. Io ballo per scaricarmi, non per mettermi in mostra. Non è la mia strategia, non è il mio genere."

HER - "Non è il tuo genere??? Ma tu pensi di fare un corso di teatro su misura per te??? La prossima volta iscriviti al corso di decoupage!!! Tutto può diventare "il tuo genere".
E poi scusami, anche la telefonata...pessima. Banale.
I guru erano stati chiari. Ricevete una telefonata che destabilizza la vostra vita. Qualcuno, inaspettatamente, vi dice di essersi innamorato di voi. Destabilizza...conosci il significato di questa parola? E smettila di fare la mamma di tutto il mondo. In ogni cosa che fai ci devi infilare quel ruolo."

CRI - "E tu smettila di tormentarmi. Tu mi hai spinto a iscrivermi al corso di teatro e quando ho bisogno di te mi abbandoni. Stasera non c'era neppure la Bea."

HER - "Io non ti abbandono...ma se tu mi schiacci sotto un peso universale...io soffoco. Raddrizza quelle spalle e slaccia i bottoni di quel cappottino.
Forse ho capito qual'è il tuo problema...

giovedì 5 aprile 2012

L'addio, la lettera, il cinema...

L'addio
Siamo sul palcoscenico. Uno di fronte all'altro. Dieci da una parte e dieci dall'altra.
La musica di sottofondo stasera mi piace particolarmente. Lenta ma felice.
Penso che starò bene.
Non faccio in tempo a crogiolarmi in questo pensiero che mi arriva la voce dei guru. Spietati.

Siamo in una stazione dei treni. La persona che abbiamo di fronte sta per partire. Forse non la rivedremo mai più...

(non so... non conosco questa esperienza, non riesco a tirar fuori, dal cassetto dei ricordi, qualche cosa di simile a cui aggrapparmi... mi affido alla fantasia... all'immaginazione)

Mi avvicino a colei che mi sta di fronte. Elena è assolutamente immobile, non accenna un passo.
Sono di fronte a lei...la abbraccio. In un attimo le sue braccia mi avvolgono, mi stringono fortissimo, mi stritolano. E inizia a piangere, in un modo così intenso che non posso fare a meno di piangere anche io.
Ecco, ora siamo davvero due persone che si salutano per l'ultima volta. Consapevoli che difficilmente potranno rivedersi, riabbracciarsi.
La stringo anche io, il momento è veramente molto intenso. Elena continua a piangere, capisco che sta vivendo un qualcosa che ha già provato o che dovrà vivere in futuro.

(questo esercizio mi è costato lo schiacciamento delle costole ma ne è valsa la pena.
Mi ha fatto pensare a quanto NOI, poco conosciamo questa parola: "addio".
A quanto, invece, in un passato non tanto remoto, questa esperienza fosse comune a tanti.
A quando gli uomini partivano per la guerra...mariti, figli, fratelli.
Agli emigranti.)

La lettera.
La lettera è la nostra seconda prova. La lettera di carta, scritta con la penna.
Siamo coinvolti nella lettura di una lettera immaginaria inviataci da una persona a noi cara con la quale non parliamo da tempo. A causa di una lite, di un abbandono, di un malinteso.
Ognuno di noi interpreta la cosa a modo suo. Bravi, bravissimi tutti quanti. Devo dire che ogni volta rimango stupita da uno di noi che non era ancora "uscito"...
Alcuni hanno letto la lettera, alcuni l'hanno commentata, altri l'hanno strappata.
C'è chi ha letto lettere immaginarie più vere che mai...

Il cinema
Sul palcoscenico le sedie sono disposte come al cinema. Ognuno di noi ha il suo ruolo da spettatore. Io e Davidino siamo madre e figlio. Poi c'è Gaetano, l'uomo solo. Gilda con la figlia Anna. Elisa ed Elisa, le amiche morbose. Nicola e Paola, la coppia. E...non mi ricordo più. Tante altre maschere.
Entriamo nel nostro cinema immaginario, chiaccherando, ognuno in base al suo ruolo.
Ci sediamo...silenzio, inizia il film.
I guru dalla platea ci indicano ciò che accade...
Scena esilarante...ridere.
Scena drammattica...piangere.
Di nuovo ridere, di nuovo piangere, ridere, piangere, ridere, piangere....
Al cinema. Vita recitata, vita immaginata, vita sospesa...

(addio-lettera-cinema ...metto insieme queste tre parole e penso...che in qualche modo appartengono al passato.
Siamo inesperti in fatto di addii? Siamo inesperti in fatto di lettere? Siamo inesperti in fatto di eroi, di emozioni?
Emozioni che vadano al di là del "semplice innamorarsi" (o credere di farlo), e di vivere una vita tutto sommato senza difetti, se non quello di essere travagliata, il più delle volte, dai piccoli incidenti che diventano problemi insormontabili......nella nostra testa. Incidenti che spesso diventano tali solo per quella che gli orientali chiamano disattenzione alla vita. Falsi incidenti, incidenti relativi. Relativi a ciò che le nostre paure, le nostre false certezze, le nostre maschere ci fanno percepire.

Donne e uomini, padri e figli, nonni e nipoti, innamorati e amici si sono salutati in una stazione, o davanti a un portone di legno. Con la speranza di rivedersi, con la certezza di abbandonarsi. Anni di lontananza, di lettere, di attese, di rese.
Non le conosciamo più queste realtà. Nel bene e nel male.
Certo, meglio così. 
Gli addii sono terribili, le guerre da cancellare, evitare le sofferenze è umano e sano...:-)
...ma allora perchè andiamo a cercare tutto questo sugli schermi...o nei libri?
Perchè i "capolavori" sono pieni di vite difficili, di tormenti, di addii?
Perchè cerchiamo la vita nei giochi di ruolo o nei teatri? Perchè andiamo a piangere e a ridere al cinema? (so che ci sono gli esseri superiori che non le fanno queste cose :-)
Non lo so. Non riesco a darmi delle risposte. Non riesco a definire il "giusto mezzo" in tutto questo. Nel caos di quello che ci può accadere nella vita però dobbiamo essere preparati, pronti a gestire, a volte a sopportare e a risolvere...e se non c'è soluzione, ad accettare...
... penso che possiamo guardare tutti i film che siano stati girati e leggere tutti i libri che siano stati scritti...ma la vera saggezza e il vero saper vivere non potranno mai appartenerci se il mondo non lo assaporiamo con le nostre labbra, se la luna non ci accarezzerà la pelle, se il sole non ci graffierà il volto, se un addio non ci spezzerà il cuore.
Se una lettera non ci scatenerà un sorriso.
(mi sto esaltando :-)
L'uomo è troppo duro per la vita...o la vita è toppo dura per l'uomo???? :-)
Posso dire "minchia"?...in che tunnel mi sono infilata stasera...c'è chi mi comprende???? o come dice la Bea...
"Questo corso di teatro farà male a qualcuno!!!" :-)

Dai, concludo...sennò c'è chi mi dice che scrivo post troppo lunghi. (e pesanti, il mal di testa oggi non mi abbandona)

Mi sa che i guru cominciano a disegnare le prime linee del saggio finale.
Ci hanno fatto rifare alcune cose...
...monologhi degni di nota. (bravissime Marta e Ambra)
Performance da brivido...complimenti a Elisa P. & Company per le "rose rosse".
E...EVVIVA...ci hanno fatto rifare quella del "telo rosso". Sono contentissima!!!

Domani parto per Berlino. Buona Pasqua a tutti. In particolare a quelli in altalena.
(Davide ti prometto che la prossima volta ti compro i pop corn :-)

domenica 1 aprile 2012

Affidabile!!!

Il Blog Affidabile
            

A quanto pare sono stata "nominata" e, siccome non credo di essere in grado di ricostruire una perfetta sintesi del perchè e del percome, farò un copia e incolla del post dell'amico Marco Siena, del blog "Prima di Svanire", modificando semplicemente i nomi...
...(e già questo la dice lunga sul fatto che...il blog è affidabile ma la blogger un po' meno :-)

Bella sorpresa quella di ieri, fattami dall’amico Marco Siena del blog Prima di Svanire. Mi ha assegnato il premio Sito Affidabile, che a sua volta ha ricevuto da un blogger suo amico. Un’iniziativa che a prima vista può sembrare un semplice meme, ma che in realtà permette di condividere siti e blog, autocertificandone la validità e l’affidabilità, in termini di contenuti e di serietà nel curarli. Ringrazio ancora Marco per avermi scelto tra i magnifici 5 che compongono la rosa di blog da premiare.
Come si distingue un Blog Affidabile? Per alcuni semplici ma importanti regole:
1) E’ aggiornato regolarmente
2) Mostra la passione autentica del blogger per l’argomento di cui scrive
3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori
4) Offre contenuti ed informazioni utili e originali
5) Non è infarcito di troppa pubblicità
Cosa deve fare chi riceve il Premio ? Ecco come procedere:
A) Se ricevi il premio, scrivi un post sul tuo blog ringraziando il sito/blog che ti ha nominato con un link ed inserisci dove preferisci sul tuo sito/blog il distintivo de “Il Blog Affidabile” che trovi in questa pagina. Spiega inoltre brevemente quando e perché hai deciso di aprire il tuo blog. B) Nello stesso post segnala altri 5 siti/blog che a tuo giudizio sono meritevoli di menzione. Ricordarti di far precedere l’elenco dei blog che hai scelto da questa dichiarazione solenne:
Dichiaro che i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del Premio “Il Blog Affidabile” disponibili a questa pagina http://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile . Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della Rete e meritevoli di essere conosciuti da un pubblico più ampio“.
Se conosci più di 5 blog meritevoli di ricevere il distintivo del blog affidabile consigliaceli e li terremo in considerazione per il premio.
C) Fai sapere ai blog/siti che hai scelto che sono stati premiati inviando loro un link a questa pagina se vogliono saperne di più sul Premio e sul suo funzionamento.
Bene e ora, premi!
Dichiaro che i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del Premio “Il Blog Affidabile” disponibili a questa pagina http://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile . Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della Rete e meritevoli di essere conosciuti da un pubblico più ampio“.
http://primadisvanire.it
http://ilmiogirodelmondoconbraulio.blogspot.it
http://www.minimarketing.it/
http://vitedicarta.blogspot.it/
http://unmorbidocuscino.wordpress.com

Adesso mi sa che mi tocca spiegare come e perchè è nato Bikiniamarantoblog.
In realtà, è sì nato, ma sta ancora muovendo i primi passi.
Ha sostituito il mio ex blog her.etico, che ormai aveva concluso il suo percorso.
E' nato perchè la "bloggerite" dà dipendenza e dopo due mesi di pausa...non ce la facevo più.
Bikiniamaranto non è ancora in grado di fare ciò per cui è nato. Per il momento si esercita raccontando le serate del corso di teatro che sto frequentando. Ma appena sarò pronta ( gli dèi me lo comunicheranno concedendomi più tempo e spensieratezza :-) inizierò a "fare sul serio".

Detto questo vi saluto, augurandomi che questa iniziativa si allarghi a dismisura! Buona lettura!

Grazie Marco! (per la "nomination" e per avermi concesso telepaticamente di copiarti il post :-)
Spero di aver fatto tutto bene...
...metto anche una canzoncina in tema...come è nel mio stile...

mercoledì 28 marzo 2012

Io non so parlare


Questa è una scena, per me bellissima, tratta dal film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek. Un film di "lotta" alle finzioni sociali, lieve ed ironica. E' ciò che ho "recitato". Il mio compito.
Avevo con me quattro oggetti: un bicchiere e un cucchiaio (per fare tin tin tin), una gabbietta e un libro.
Un libro che mi ha cercato e trovato (perchè io non l'avrei mai comprato).
Sapete che a volte i libri ci vengono a cercare? Voi pensate sia casuale...ve li trovate sul comodino, prestati da qualcuno o regalati...eppure loro sono lì per un motivo ben preciso.
Ho collegato la prima pagina di questo libro "impiccione" al film e ho concluso la mia parte, il mio compito...

C'era una volta - e c'è ancora - un'anima curiosa che vagava per gli spazi infiniti senza trovare un amore dentro il quale tuffarsi. Stava andando alla deriva negli abissi di un mare di noia quando sentì pulsare qualcosa. Una luce, fatta di musica. E rimase inebetita da tanta bellezza. Disse solo una parola e si tuffò dentro di te.
Allora vi siete dimenticati di tutto e avete incominciato a vivere. Tu e la tua anima.
Per sempre felici e contenti, prometteva l'ultima riga delle favole. Invece siete finiti in una gabbia, e le sue sbarre le ha costruite il dolore. Non riuscite più a stare insieme e neppure a staccarvi. Vi trascinate senza meta sotto il peso dell'infelicità e nei vostri pensieri il futuro assomiglia a un deserto dove la nostalgia prevale sul sogno e il rimpianto sulla speranza.
Lettrice o lettore, non ti crucciare. Prima o poi - e più prima che poi - sentirai in sogno una voce di flauto.
"Lei è la tua anima, mica un accidente. Se non te ne innamori, non amerai mai niente."
"Innamorarmi della mia anima! E come si fa?"
"Ti do un indizio. Ricomincia dall'inizio..."
da L'ultima riga delle favole di Massimo Gramellini

Ricominciamo...
Male male...quarta serata di laboratorio teatrale.
Questa sera non va. Parto male. Non riesco a rilassarmi, non riesco a concentrarmi. Ho il pollice che si muove in continuazione e non riesco a fermarlo.
E' dal primo pomeriggio che è in atto l'ennesima battaglia dell'ormai perenne guerra fra ME e me. :-)

Il primo esercizio mi "smuove" poco. Dobbiamo immaginare di essere in un camerino, davanti allo specchio, cinque minuti prima di entrare in scena. Non sono concentrata, non sono agitata. Mi guardo velocemente allo specchio e poi chiudo gli occhi. Sciolgo le spalle e mi massaggio il collo. Mi sento pronta ad uscire sul palcoscenico.
Com'era la frase da dire? Non me la ricordo già più.

Mi aspetto altre prove e invece i guru ci dicono che è il momento di "correggere i compiti". Non me lo aspettavo. Ansia da prestazione. Prendo i miei oggetti e comincio a rileggere quello che ho scritto. troppo lungo, devo snellire. Comincio a cancellare. Righe su parole.
Ci fanno mettere tutti gli oggetti in mezzo a palco........

.......ragazzi non ce la faccio.

(stasera non ce la faccio, non riesco a scrivere, non riesco a descrivere)

Mi fermo...ho Angelica in braccio che ha paura dei ragni velenosi e una giornata di "sport estremo" alle spalle...(ma com'è una che si veste da catwoman per andare al ricevimento professori e inveisce contro un rappresentante di classe quattordicenne accusandolo di inefficienza senza rendersi conto che può avere di fronte la madre del suddetto quattordicenne cioè la sottoscritta?)
...stasera il resto del mondo non mi piace. Stasera scrivo solo per i miei compagni d'avventura.

Carissimi compari emozionattori
voglio soltanto dire che mi hanno colpito molto i nostri tre uomini. Gaetano, Nicola e Davide.
Perchè hanno "tirato fuori" tre storie molto intense e personali e credo che non sia stato facile.
Al laboratorio teatrale però forse tutto diventa più semplice. Si respira un'aria di condivisione nella quale nessuno si sente giudicato. (Questa è la mia impressione.)
Un abbraccio anche alla mia donna in fuga, la Bea che in quattro frasi e un cuore ha racchiuso il suo immenso universo.
Una pacca sulla spalla ad Anna, Elisa ed Elena che penso abbiano dovuto interpretare la parte più difficile del mondo. La "Voce umana" di Jean Cocteau...(roba da Anna Magnani)
Io non ce l'avrei mai fatta.

La mia interpretazione invece la sentivo proprio....bella scelta guru!!!


Continuo la mia battaglia fra ME e me...buonanotte e come sempre sogni d'oro.