Questa è una scena, per me bellissima, tratta dal film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek. Un film di "lotta" alle finzioni sociali, lieve ed ironica. E' ciò che ho "recitato". Il mio compito.
Avevo con me quattro oggetti: un bicchiere e un cucchiaio (per fare tin tin tin), una gabbietta e un libro.
Un libro che mi ha cercato e trovato (perchè io non l'avrei mai comprato).
Sapete che a volte i libri ci vengono a cercare? Voi pensate sia casuale...ve li trovate sul comodino, prestati da qualcuno o regalati...eppure loro sono lì per un motivo ben preciso.
Ho collegato la prima pagina di questo libro "impiccione" al film e ho concluso la mia parte, il mio compito...
Allora vi siete dimenticati di tutto e avete incominciato a vivere. Tu e la tua anima.
Per sempre felici e contenti, prometteva l'ultima riga delle favole. Invece siete finiti in una gabbia, e le sue sbarre le ha costruite il dolore. Non riuscite più a stare insieme e neppure a staccarvi. Vi trascinate senza meta sotto il peso dell'infelicità e nei vostri pensieri il futuro assomiglia a un deserto dove la nostalgia prevale sul sogno e il rimpianto sulla speranza.
Lettrice o lettore, non ti crucciare. Prima o poi - e più prima che poi - sentirai in sogno una voce di flauto.
"Lei è la tua anima, mica un accidente. Se non te ne innamori, non amerai mai niente."
"Innamorarmi della mia anima! E come si fa?"
"Ti do un indizio. Ricomincia dall'inizio..."
da L'ultima riga delle favole di Massimo Gramellini
Ricominciamo...
Male male...quarta serata di laboratorio teatrale.
Questa sera non va. Parto male. Non riesco a rilassarmi, non riesco a concentrarmi. Ho il pollice che si muove in continuazione e non riesco a fermarlo.
E' dal primo pomeriggio che è in atto l'ennesima battaglia dell'ormai perenne guerra fra ME e me. :-)
Il primo esercizio mi "smuove" poco. Dobbiamo immaginare di essere in un camerino, davanti allo specchio, cinque minuti prima di entrare in scena. Non sono concentrata, non sono agitata. Mi guardo velocemente allo specchio e poi chiudo gli occhi. Sciolgo le spalle e mi massaggio il collo. Mi sento pronta ad uscire sul palcoscenico.
Com'era la frase da dire? Non me la ricordo già più.
Mi aspetto altre prove e invece i guru ci dicono che è il momento di "correggere i compiti". Non me lo aspettavo. Ansia da prestazione. Prendo i miei oggetti e comincio a rileggere quello che ho scritto. troppo lungo, devo snellire. Comincio a cancellare. Righe su parole.
Ci fanno mettere tutti gli oggetti in mezzo a palco........
.......ragazzi non ce la faccio.
(stasera non ce la faccio, non riesco a scrivere, non riesco a descrivere)
Mi fermo...ho Angelica in braccio che ha paura dei ragni velenosi e una giornata di "sport estremo" alle spalle...(ma com'è una che si veste da catwoman per andare al ricevimento professori e inveisce contro un rappresentante di classe quattordicenne accusandolo di inefficienza senza rendersi conto che può avere di fronte la madre del suddetto quattordicenne cioè la sottoscritta?)
...stasera il resto del mondo non mi piace. Stasera scrivo solo per i miei compagni d'avventura.
Carissimi compari emozionattori
voglio soltanto dire che mi hanno colpito molto i nostri tre uomini. Gaetano, Nicola e Davide.
Perchè hanno "tirato fuori" tre storie molto intense e personali e credo che non sia stato facile.
Al laboratorio teatrale però forse tutto diventa più semplice. Si respira un'aria di condivisione nella quale nessuno si sente giudicato. (Questa è la mia impressione.)
Un abbraccio anche alla mia donna in fuga, la Bea che in quattro frasi e un cuore ha racchiuso il suo immenso universo.
Una pacca sulla spalla ad Anna, Elisa ed Elena che penso abbiano dovuto interpretare la parte più difficile del mondo. La "Voce umana" di Jean Cocteau...(roba da Anna Magnani)
Io non ce l'avrei mai fatta.
La mia interpretazione invece la sentivo proprio....bella scelta guru!!!
Continuo la mia battaglia fra ME e me...buonanotte e come sempre sogni d'oro.