Nella piccola stanza l’odore è di caldo. Caldo di stufa a legna. Di quelle con tutti gli sportellini. Di quelle con tutti i cerchiolini sopra che possono essere tolti uno per uno.
Nella piccola stanza c’è tutto. La tavola, il frigorifero, il fornello, i mobiletti, la televisione, la radio, la macchina da cucire, il divano.
Il divano è il luogo più caldo della piccola stanza. Accanto alla stufa.
Ti ci puoi addormentare senza accorgertene, prima di cena. Nel momento in cui ti addormenti la sensazione è particolare. Dormi e sei sveglia. Senti le voci di tutti, senti il telegiornale, senti un caldo avvolgerti ovunque. Senti le gote diventare sempre più rosse. Di caldo.
Poi viene la sera. Della giornata trascorsa nella piccola stanza rimane il caldo.
Si apre una porta e senti il freddo. Sali le scale. Fredde. Le camere da letto. Fredde. I letti sono già tutti occupati da questi personaggi di legno che chiamano “preti”. Si spostano al tuo arrivo. Erano lì per scaldarti il posto.
Ti infili sotto le coperte. Calde. Ma le gote sono bianche. Fredde.
Quando ti portano via da quella casa è come se ti strappassero dal divano. Come se improvvisamente, senza neppure aprire la porta, ti trovassi sulle scale. Le tue gote rosse, in un attimo bianche.
Forse è lì che è rimasta la tua piccola anima. Addormentata nel caldo di quel divano.
La mia anima si è divisa in ben due case, e tutte e due avevano quella stanza calda e il divano su cui mi rannicchiavo. Bello davvero...
RispondiEliminaGrazie Bango. Momento di malinconia ormonale.
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