Maiô para uma sociedade à deriva

Swimsuit for an adrift society

giovedì 24 ottobre 2013

Davanti al mare


"Cosa ti devo dire?
Non hai nessuna colpa, hai fatto tutto bene, sei stato un bravo genitore, si.
Hai sempre voluto il meglio per me.
Ma forse è proprio questo...
Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio. E sai perché?
Perché non lo sa.
Un genitore non sa cos'è il meglio per suo figlio. Non lo può sapere, come potrebbe?
E' Dio? Legge nella sfera di cristallo?
No, è solo un genitore.
E allora dovrebbe starsene a guardare e basta, in silenzio e con grande calma.
Un po' come si sta davanti al mare a guardare il mare.
Come si fa davanti al mare?
Si guarda il mare. Basta.
Si accompagnano le onde con lo sguardo.
Questo.
Una per una.
Così. Accompagnare. Anche i figli bisogna accompagnarli. Stare a guardarli, come le onde...
Dovete in ogni caso esserci. In ogni caso. Comunque vada.
Dovreste essere curiosi, voi genitori. Molto curiosi.
Dovreste morire dalla curiosità di vedere dove diavolo andrà a finire quella linea spezzata che è partita da voi..."
da "Non so niente di te"
di Paola Mastrocola
(Grazie a Silvia)








Io e il Biondo siamo andati ad un incontro.
Si parlava di mesi e di anni scolastici.
All'estero.
Ci hanno spiegato tante cose:

I ragazzi dopo aver superato un test e un colloquio con uno psicologo, scelgono un Paese in cui trasferirsi. Per sei mesi o per l'intero anno scolastico.
La formula più "economica", è un po' come le formule "roulette" delle agenzie di viaggi. Fino a pochi giorni prima di partire non conosci la tua destinazione all'interno dello Stato scelto. L'altra formula non la prendo neppure in considerazione perchè costa tantissimo.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti ad esempio, puoi capitare nel Nord come nel profondo Sud. E non hai possibilità di scelta. Questo perché sono le famiglie ospitanti a scegliere i ragazzi. Che selezioneranno in base ai profili che, gli operatori dell'organizzazione che lavorano sul posto, proporranno loro.

Per famiglia si intende qualunque tipo di nucleo. Possono essere una coppia con figli. O anche senza figli. Un single o una sigle, con figli o senza figli. Di qualunque età.
Inoltre, si tratta di famiglie che vivono in paesi medio-piccoli. E hanno precisato che questi posti non hanno nulla a che vedere con un piccolo paese in provincia di Bologna. Ci sono luoghi che contano 300 abitanti. Dove oltre alla scuola e alla chiesa c'è il nulla.
Le famiglie sono in genere persone che accolgono i ragazzi per respirare culture diverse, cercano di inserirli come fossero figli loro e sono volontarie. Non guadagnano nulla.
A volte ci sono incomprensioni tra lo studente e la famiglia, ma nella maggior parte dei casi si risolvono nel primo mese.
I ragazzi frequenteranno la scuola americana. Dovranno cambiare completamente il loro modello di scuola.
Innanzitutto metteranno in stand by alcune materie, come il Latino e il Greco. O la Filosofia.
La Storia sarà un'altra Storia e le materie umanistiche praticamente inesistenti.

Avranno quindi poche materie obbligatorie e per il resto sceglieranno loro stessi il pacchetto di studi.
Si spazia dalla Cucina alla Falegnameria. Possono scegliere di fare Arte, che è molto più pratica che teorica, fino ad arrivare alla Recitazione, passando magari da qualche ora di Agricoltura.
Inoltre, tutto quello che è ora, per loro, attività extra scolastica, negli Stati Uniti la faranno a scuola.
Sport, ogni piccola scuola ha le sue squadre, e musica. Giornale della scuola sempre attivo. Feste e balli e scuola guida.
Tutta la vita sociale dei ragazzi gira dentro e intorno alla scuola. Mattino, pomeriggio e a volte sera.
"Questa è l'unica cosa che potete vedere anche nei telefilm, per  il resto, dimenticatevi l'America che vedete in televisione."

Il rientro in Italia, il ritorno a scuola, dicono sia spesso un po' traumatico e difficoltoso. Ci sono da recuperare in qualche modo i mesi persi e nel frattempo seguire il programma. C'è da ritornare ad una "normalità" che pareva scontata e invece ora non lo è più. Ne hanno scoperta un'altra. Diversa.

Tutto questo l'ho scritto perché l'ho trovato interessante e ho pensato potesse interessare a qualcuno che ha figli adolescenti.
Ma in realtà, serve più a me.
Ho qualche perplessità e mi piacerebbe parlare con qualche genitore che ha fatto questo tipo di esperienza.
Ci sono diversi aspetti che possono destare in me preoccupazione, ma che per lui non sono frenanti.
Sarebbe intenzionato ad andare.
Ha 16 anni. Sarebbe una bella esperienza. Formativa per lui...
...e anche per me. Però potrebbe anche essere negativa.
La sto tirando per le lunghe...
...il fatto è che non so se IO mi sento pronta a stare tanti mesi senza il Biondo.
A guardarlo come guardo il mare.
Da lontano.
Anche davanti al mare ti può venire una voglia irrefrenabile di camminare, verso di lui.
Non è detto che riesci a restare fermo. Ad accompagnare le onde con lo sguardo.
Una per una.

Ho ripetuto cento volte la parola "scuola".
Ma ora ho troppo sonno....
Si accettano consigli.
(Santa Svezia prega per me...)


2 commenti:

  1. mmm... bello.
    Sì, decisamentete : è un rischio.
    Ma è anche un'avventura. E' una sfida.
    E un'occasione.
    Io ci penserei seriamente.
    Ho vissuto un anno in UK a 15 anni.
    Non ero presso famiglia di sconosciuti. Stavo con mia nonna e mia prozia. Due vecchiette che bisticciavano di continuo, da morire dal ridere. A dire il vero non era sempre così divertente, ma lo era spesso. Tasso ironico ai mille nel mio sangue.
    Fu un'esperienza difficile i primi mesi, perché mi mancavano da matti le mie due amiche e qualche abitudine. Forse mi mancavano anche i genitori, non ricordo, era un'età in cui pensavo più ad andarmene di casa che a restarci, a dire il vero.
    Passati i primi 2 mesi, però, filò tutto liscio. Mi integrai: lingua, scuola, amicizie, nuove abitudini...
    Nuova vita.
    Fu bello scoprire di essere altro da quello che si conosce di sé "a casa".
    Fu ancora più bello scoprire che ogni inizio è un'occasione per riprovarci, per reinventarsi o semplicemente per riproporsi. A seconda di come ti gira, di quale parte di te vuoi crescere, seppellire, inventare, godere.
    Non è scontato. Affatto.
    Specie se non ti butti, se non rischi, se non vai oltre il confine
    del tuo paese, della società che conosci, della tua famiglia, del te stesso che conosci.
    Fu un'esperienza unica. Intensissima e importantissima. Mi determinò. Mi cambiò la vita.
    In meglio. Decisamente in meglio.

    Questo come figlia/adolescente.
    E come mamma? Non lo so.
    Ma spero quando sarà il mio turno di ricordarmi cosa significò per me e di volerlo anche per i miei figli. Sia il maschio che la femmina.
    In bocca al lupo, Cri.

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  2. Grazie Cri. E crepi il lupo.
    Vorrei facessero tutto quello che non ho potuto fare io. Vorrei che conoscessero. Nel limite delle mie possibilità farò di tutto per non ostacolarli mai.

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