Maiô para uma sociedade à deriva

Swimsuit for an adrift society

giovedì 17 ottobre 2013

bonus malus

Ogni volta che scopro e imparo qualcosa mi sento piccola e grande nello stesso tempo.
Mi prende un'infantile eccitazione che mi spinge a condividere, con chi mi trovo accanto, la mia scoperta.
E così dal mio divano, comincio a leggere frasi ai miei poveri "coinquilini" che magari stanno guardando un film o sono impegnati in altre attività e pazientemente sopportano i miei slanci di entusiasmo. Oppure scrivo su Facebook. A qualcuno lo devo dire.

L'ultima scoperta che ho fatto è questo libro:



Adesso ve lo racconto un po'.
Il titolo lo vedete bene nell'immagine. Il sottotitolo è: "Il latino degli italiani"
Una raccolta di oltre 1.000 espressioni latine in uso nella lingua italiana, con annessi traduzione e significato.

Io non ho mai studiato latino e i miei primi approcci con questa lingua, risalgono a tre anni fa, quando ho iniziato ad interrogare mio figlio liceale.
In realtà, a volte senza saperlo, usavo tante parole che sono rimaste tali e quali dai tempi che furono.
Come ad esempio "anguilla", o "ferramenta".
Per non parlare di tutti i modi di dire che ognuno di noi utilizza comunemente.
"Dulcis in fundo" è scontato che sia latino, ma "in separata sede" per me non lo era.
Essendo ormai da tempo, un'appassionata di parole e significati, mi sono divorata questo manuale che mi ha dato grande soddisfazione e terrò al mio fianco mentre scrivo le mie cose. Sono certa che mi tornerà utile.

Ora vi scrivo alcune frasi che hanno più colpito la mia "non conoscenza":

"ad impossibilia nemo tenetur"
"nessuno è obbligato a fare cose impossibili"; detto pseudogiuridico con il quale si afferma che all'individuo no può essere richiesto un impegno superiore alle umane possibilità.

"albo signanda lapillo (sottint. dies)"
"(giornata) da segnarsi con il sassolini bianco";
l'uso antico di indicare con una pietruzza bianca (il bianco era, per i Romani, il colore della letizia, così come il nero era - ed è rimasto - il colore del lutto) un giorno felice, ha dato vita a questa espressione che noi ancora adoperiamo per sottolineare un evento particolarmente fortunato o che, per qualsiasi motivo, ci ha reso lieti.

"fiat iustitia et pereat mundus"
"si faccia giustizia e crolli (pure) il mondo".
Questo sostiene chi afferma che non si deve esitare a punire l'iniquità in qualunque luogo essa si annidi. E con tanta maggiore severità, se essa si nasconde fra persone che detengono il potere; colpendo le quali potrebbero crollare i pilastri su cui si regge la vita di uno Stato.

Era già tutto previsto...


Mi è piaciuto molto scovare tra le parole latine "agenda":
"cose da farsi", era in origine il neutro plurale del gerundivo di agere.
E' divenuto, in italiano, un sostantivo di genere femminile singolare ed è usato per designare il taccuino nel quale si scrivono, perché non siano dimenticati, gli appuntamenti e i singoli impegni di lavoro che devono essere sbrigati in ciascuna giornata.

Concludo con un latinissimo:
"eccetera, eccetera, eccetera...." 
"e tutto il resto" ve lo lascio scoprire.


Vi posto il link della casa editrice che pubblica questo gioiellino.
Da mettere in agenda.

http://www.societaeditricedantealighieri.it/libreria/index.php?main_page=advanced_search_result&search_in_description=1&zenid=8621958585dad39f5d9d906623e61363&keyword=bonus+malus

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