"Cosa ti devo dire?
Non hai nessuna colpa, hai fatto tutto bene, sei stato un bravo genitore, si.
Hai sempre voluto il meglio per me.
Ma forse è proprio questo...
Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio. E sai perché?
Perché non lo sa.
Un genitore non sa cos'è il meglio per suo figlio. Non lo può sapere, come potrebbe?
E' Dio? Legge nella sfera di cristallo?
No, è solo un genitore.
E allora dovrebbe starsene a guardare e basta, in silenzio e con grande calma.
Un po' come si sta davanti al mare a guardare il mare.
Come si fa davanti al mare?
Si guarda il mare. Basta.
Si accompagnano le onde con lo sguardo.
Questo.
Una per una.
Così. Accompagnare. Anche i figli bisogna accompagnarli. Stare a guardarli, come le onde...
Dovete in ogni caso esserci. In ogni caso. Comunque vada.
Dovreste essere curiosi, voi genitori. Molto curiosi.
Dovreste morire dalla curiosità di vedere dove diavolo andrà a finire quella linea spezzata che è partita da voi..."
da "Non so niente di te"
di Paola Mastrocola
(Grazie a Silvia)
Io e il Biondo siamo andati ad un incontro.
Si parlava di mesi e di anni scolastici.
All'estero.
Ci hanno spiegato tante cose:
I ragazzi dopo aver superato un test e un colloquio con uno psicologo, scelgono un Paese in cui trasferirsi. Per sei mesi o per l'intero anno scolastico.
La formula più "economica", è un po' come le formule "roulette" delle agenzie di viaggi. Fino a pochi giorni prima di partire non conosci la tua destinazione all'interno dello Stato scelto. L'altra formula non la prendo neppure in considerazione perchè costa tantissimo.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti ad esempio, puoi capitare nel Nord come nel profondo Sud. E non hai possibilità di scelta. Questo perché sono le famiglie ospitanti a scegliere i ragazzi. Che selezioneranno in base ai profili che, gli operatori dell'organizzazione che lavorano sul posto, proporranno loro.
Per famiglia si intende qualunque tipo di nucleo. Possono essere una coppia con figli. O anche senza figli. Un single o una sigle, con figli o senza figli. Di qualunque età.
Inoltre, si tratta di famiglie che vivono in paesi medio-piccoli. E hanno precisato che questi posti non hanno nulla a che vedere con un piccolo paese in provincia di Bologna. Ci sono luoghi che contano 300 abitanti. Dove oltre alla scuola e alla chiesa c'è il nulla.
Le famiglie sono in genere persone che accolgono i ragazzi per respirare culture diverse, cercano di inserirli come fossero figli loro e sono volontarie. Non guadagnano nulla.
A volte ci sono incomprensioni tra lo studente e la famiglia, ma nella maggior parte dei casi si risolvono nel primo mese.
I ragazzi frequenteranno la scuola americana. Dovranno cambiare completamente il loro modello di scuola.
Innanzitutto metteranno in stand by alcune materie, come il Latino e il Greco. O la Filosofia.
La Storia sarà un'altra Storia e le materie umanistiche praticamente inesistenti.
Avranno quindi poche materie obbligatorie e per il resto sceglieranno loro stessi il pacchetto di studi.
Si spazia dalla Cucina alla Falegnameria. Possono scegliere di fare Arte, che è molto più pratica che teorica, fino ad arrivare alla Recitazione, passando magari da qualche ora di Agricoltura.
Inoltre, tutto quello che è ora, per loro, attività extra scolastica, negli Stati Uniti la faranno a scuola.
Sport, ogni piccola scuola ha le sue squadre, e musica. Giornale della scuola sempre attivo. Feste e balli e scuola guida.
Tutta la vita sociale dei ragazzi gira dentro e intorno alla scuola. Mattino, pomeriggio e a volte sera.
"Questa è l'unica cosa che potete vedere anche nei telefilm, per il resto, dimenticatevi l'America che vedete in televisione."
Il rientro in Italia, il ritorno a scuola, dicono sia spesso un po' traumatico e difficoltoso. Ci sono da recuperare in qualche modo i mesi persi e nel frattempo seguire il programma. C'è da ritornare ad una "normalità" che pareva scontata e invece ora non lo è più. Ne hanno scoperta un'altra. Diversa.
Tutto questo l'ho scritto perché l'ho trovato interessante e ho pensato potesse interessare a qualcuno che ha figli adolescenti.
Ma in realtà, serve più a me.
Ho qualche perplessità e mi piacerebbe parlare con qualche genitore che ha fatto questo tipo di esperienza.
Ci sono diversi aspetti che possono destare in me preoccupazione, ma che per lui non sono frenanti.
Sarebbe intenzionato ad andare.
Ha 16 anni. Sarebbe una bella esperienza. Formativa per lui...
...e anche per me. Però potrebbe anche essere negativa.
La sto tirando per le lunghe...
...il fatto è che non so se IO mi sento pronta a stare tanti mesi senza il Biondo.
A guardarlo come guardo il mare.
Da lontano.
Anche davanti al mare ti può venire una voglia irrefrenabile di camminare, verso di lui.
Non è detto che riesci a restare fermo. Ad accompagnare le onde con lo sguardo.
Una per una.
Ho ripetuto cento volte la parola "scuola".
Ma ora ho troppo sonno....
Si accettano consigli.
(Santa Svezia prega per me...)