Samuel Beckett
Martedì sera abbiamo affrontato di nuovo il tema della quotidianità.
Abbiamo riportato i nostri oggetti simbolo del quotidiano e riproposto le nostre scenette.
Però, mentre la prima volta lo abbiamo fatto singolarmente, questa volta eravamo tutti sul "palco". Ognuno di noi aveva una seggiola alle spalle e seduti a terra abbiamo mimato le nostre giornate.
Ad un certo punto ci siamo tutti messi sulle sedie e come in un Gioca Jouer speciale abbiamo iniziato una sequenza di gesti:
Dormire
svegliarsi
stirarsi
bere il caffè
lavarsi i denti
guidare
lavorare
mangiare
lavorare
guidare
mangiare
dormire.
Tutti insieme, in perfetta sincronia. Sempre più velocemente.
E a turno, ognuno di noi si fermava di colpo, si alzava, e parlava. Parlava ed esprimeva i suoi pensieri in merito alla parola "quotidiano", senza poterla mai pronunciare. Nel bene o nel male. Dopodiché ritornava al posto e riprendeva la sequenza di azioni.
Poi abbiamo studiato delle scene teatrali. C'erano ancora Vladimiro ed Estragone. C'era un personaggio nuovo: Krapp.
Erano davvero strane. E ridicole.
C'erano delle banane, dei cappelli e delle scarpe. Sedano e carote.
Abbiamo interpretato delle scene divertenti e assurde.
Il teatro dell'assurdo è veramente assurdo.
Però ancora mi sto chiedendo se è più assurdo fissare un albero
e fermarsi di colpo a cantare a squarciagola
e bloccarsi a fissare il vuoto con una banana in bocca
o vedere tante persone che compiono sempre i medesimi gesti e li ripetono, di continuo, sempre più velocemente, quasi ogni giorno.
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